Il portiere della squadra Quiliano&Valleggia Jacopo Cambone racconta com’è avere 23 anni durante l’emergenza Covid-19
MARCO OLIVERI
Ritrovarsi e andare in giro con gli amici, uscire la sera, andare a ballare oppure programmare un viaggio. Queste, alcune delle libertà che la pandemia ha tolto ai ventenni di oggi. Il portiere titolare della prima squadra del “Quiliano&Valleggia” Jacopo Cambone racconta che cosa significa convivere a 23 anni con le limitazioni causate dall’emergenza Covid-19.
«È un periodo difficile per tutti, ma noi giovani lo soffriamo un po’ di più, perché questi sono gli anni più interessanti della nostra vita e non abbiamo la libertà totale di muoverci o di andare in vacanza con gli amici – racconta il ragazzo quilianese, che nella vita lavora alla concessionaria Land Rover di Savona “Bolidea” – fortunatamente, il coronavirus non ha modificato troppo il rapporto con i miei coetanei, poiché faccio parte di una compagnia coesa che trova comunque modi alternativi per vedersi piuttosto spesso, ad eccezione di periodi particolari come il lockdown di marzo, in cui potevamo solo sentirci qualche ora durante il giorno. Ci basta ritrovarci in sicurezza davanti alla Playstation e giocare a Fifa, oppure, in zona gialla, incontrarci al bar e quando ci rivediamo è sempre tutto come prima».
Com’è immaginabile, ciò che manca di più a Jacopo in questo periodo è la possibilità di svolgere attività sportiva: «Oltre a giocare a calcio, a me, che sono un amante della montagna, rattrista molto non poter andare a sciare con gli amici», conclude.
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