Un tempo, in assenza di cure e medicine adeguate, si segnava tutto.Le segnature, un ramo della medicina popolare, venivano utilizzate anche per combattere le insolazioni, soprattutto nel periodo estivo dopo una prolungata esposizione ai raggi solari. Con la stagione estiva arrivano il caldo, le lunghe giornate di sole e la voglia di andare al mare. Bisogna però fare attenzione ai rischi legati a una prolungata esposizione ai raggi solari. Un’insolazione può portare malessere, spossatezza, forti dolori alla testa, arrossamenti e vertigini.
SABRINA ROSSI
passato non esistevano le cure e le medicine efficaci che abbiamo oggi per combattere malattie e disturbi, perciò si ricorreva ad antichi rimedi popolari, veri e propri riti composti da gesti, oggetti e formule segrete. Un tempo l’insolazione capitava soprattutto a coloro che lavoravano in campagna e trascorrevano diverse ore sotto il sole.
Secondo la tradizione popolare, esistevano diversi metodi utilizzati dai guaritori, o dalle guaritrici, per “togliere” il sole dalla testa. Ne riportiamo alcuni.
Un’antica pratica consisteva nel far accomodare il “paziente” su una sedia e si poneva sulla sua testa un bicchiere d’acqua capovolto su un tovagliolo, con lo scopo di far scendere la temperatura. Il tutto veniva accompagnato da gesti e da una preghiera recitata a bassa voce, come un sussurro. Secondo la tradizione, l’acqua doveva cominciare a produrre delle piccole bolle e si ripeteva il procedimento fino a far scendere la temperatura, togliendo il malessere e il dolore alla testa.
Un altro metodo antico era quello di mettere sulla testa della persona colpita da insolazione una stoffa di cotone rossa su cui si poggiava un piatto di ceramica che conteneva acqua. Al centro del piatto si poneva un bicchiere rovesciato e uno stoppino composto da una moneta e da una pezzuola di cotone unta di olio. Dopo aver acceso lo stoppino, il piatto veniva posizionato sulla testa del “paziente”. Per la tradizione popolare, l’acqua cominciava a bollire attorno al bicchiere spegnendo così lo stoppino. La procedura doveva essere ripetuta riaccendendo lo stoppino e spostandolo insieme al bicchiere su altri punti del piatto ma, nello stesso tempo, il guaritore doveva aver cura di collocare il piatto su altri punti della testa della persona da curare. Venivano fatti anche dei gesti sul piatto, recitando una lunga preghiera con giaculatorie finché l’acqua non si asciugava. Questa pratica veniva svolta all’aperto per tre volte in un angolo del cortile nel tardo pomeriggio e all’alba, quindi nei momenti più freschi della giornata. Secondo la tradizione popolare, il malessere passava, così come il male alla testa, e la persona poteva tornare alle sue abitudini quotidiane.
Tecniche e pratiche esoteriche molto curiose e attualmente ancora studiate da ricercatori storici e appassionati. Grazie ai progressi della medicina e della scienza oggi esistono rimedi efficaci, perciò è sempre bene rivolgersi al medico.
Per saperne di più:
https://milocca.wordpress.com/2015/07/24/come-si-toglieva-il-sole-dalla-testa/
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