Ecco perché il birrificio dell’Altavia di Sassello ha scelto Quiliano per il trasferimento della produzione, a breve ai Tecci
MARCO OLIVERI
Da Sassello a Quiliano, per la qualità dell’acqua, il luppolo che in zona cresce spontaneo e lo spirito di accoglienza del Comune e della città, da sempre attenti ad intercettare le attività produttive che possono insediarsi sul territorio. Questi, i motivi principali che hanno spinto un’azienda recente ma consolidata come il birrificio sassellese dell’Altavia a trasferire il laboratorio di produzione della birra in località Tecci.
«L’acqua costituisce il 98% della birra e a Quiliano ne abbiamo trovato una tra le più buone della provincia di Savona, leggera, dalle basse componenti di calcio, perfetta per le nostre produzioni – afferma Giorgio Masio, titolare dell’agribirrificio di Sassello – inoltre, il territorio quilianese si è dimostrato molto disponibile ad accogliere la nostra attività, aspetto non secondario, poiché sia l’amministrazione comunale sia i proprietari dei locali in cui prossimamente ci insedieremo sono stati molto collaborativi per permetterci di trasferire il nostro laboratorio».
Entro l’anno, quindi, parlerà anche un po’ quilianese una realtà nata nel 2015 come start up del progetto della Fondazione Garrone “ReStartApp”, dedicato all’appennino italiano e, con il passare del tempo, si è presto consolidata in un’azienda per la quale lavorano oggi cinque persone: «Sono sempre stato appassionato di birra, che, inizialmente, producevo in casa, successivamente ho intrapreso un percorso lavorativo in diverse aziende liguri e del nord Italia, grazie alle quali ho maturato un’esperienza produttiva – continua Masio, 34enne originario di Sassello e, attualmente, residente a Legino – abbiamo scelto il nome “Altavia” per evidenziare il legame con l’entroterra della regione, il quale ha sempre offerto il terreno per coltivazioni come l’orzo e il luppolo e, nel contempo, promuovere un’immagine della nostra terra che non rappresenti soltanto la costa».
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