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PALLONCINI PER LA PACE

Il flashmob degli alunni della scuola primaria “Don Peluffo” di Quiliano per dire no alla guerra con messaggi, canti e poesie ANDREA OLIVERI Palloncini colorati con messaggi di pace, letture e canti. Così, alunni e insegnanti della scuola primaria “Don Peluffo” di Quiliano hanno manifestato contro la guerra, stamattina, venerdì 11 marzo, per partecipare al […]

Il flashmob degli alunni della scuola primaria “Don Peluffo” di Quiliano per dire no alla guerra con messaggi, canti e poesie

ANDREA OLIVERI


Palloncini colorati con messaggi di pace, letture e canti. Così, alunni e insegnanti della scuola primaria “Don Peluffo” di Quiliano hanno manifestato contro la guerra, stamattina, venerdì 11 marzo, per partecipare al flashmob al quale hanno aderito, contemporaneamente, con altre iniziative, tutti i plessi dell’Istituto Comprensivo quilianese.

Infatti, i bambini sono usciti dalle classi della scuola elementare intorno alle 11 per invadere pacificamente il centro della città, affiggendo in giro numerosi palloncini di tutti i colori ai quali ognuno ha allegato un pensiero di pace. Successivamente, la comitiva ha raggiunto piazza della Costituzione, dove i piccoli studenti hanno esposto cartelloni e unito le loro voci per cantare canzoni contro la guerra, tra cui anche “Give Peace a Chance” di John Lennon, seguita dalla lettura di due poesie di Gianni Rodari.

Gli alunni sono si sono poi spostati davanti al palazzo comunale, dove sono stati ricevuti dall’amministrazione e lì hanno lasciato i loro palloncini, legati al balcone del piano superiore.

Una nuvola colorata spinta dal vento, vicina alla bandiera della pace che da qualche giorno garrisce su Quiliano.

«I ragazzi hanno chiesto alla cittadinanza  di fermarsi a riflettere sul valore assoluto della pace e sul futuro che stiamo lasciando alle nuove generazioni – afferma Angela Cascio, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Quiliano – la scuola è il luogo della tolleranza, dove e diversità crescono fianco a fianco, imparando a valorizzarsi reciprocamente, la scuola è il luogo dove si coltivano il senso di cittadinanza, l’empatia e il dialogo. Tradiremmo il nostro mandato, se non ci unissimo alle voci di pace».

 

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