Il sindaco davanti ad una gremita sala del Teatro di Valleggia: “La cosa più negativa è stata quella che questo progetto è stato avviato senza un coinvolgimento della pubblica amministrazione. Non è una cosa ammissibile e accettabile, esprimo quindi una netta contrarietà”
LUCIANO PARODI
Una sala e l’esterno del teatro Nuovo di Valleggia gremiti ieri sera in occasione dell’incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale di Quiliano per illustrare il progetto del rigassificatore.
Sono tanti i cittadini che sono intervenuti per ascoltare le parole del sindaco Nicola Isetta e dei tecnici per sapere quanto potrebbe impattare la creazione di due nuovi impianti in località Gagliardi, con la rete sotterranea di Snam che attraverserà il territorio quilianese.
Il prossimo 31 agosto il Comune incontrerà in Regione la struttura commissariale, Snam e Rina per poter così effettuare tutte le osservazioni del caso sulla progettazione. Una scelta quella di spostare l’incontro da Quiliano a Genova che non era piaciuta al primo cittadino che aveva richiesto la possibilità che venisse illustrato il progetto in un consiglio comunale. Ma per il presidente e commissario Giovanni Toti quella è stata definita come una scelta “non utile”.
“L’amministrazione comunale da subito ha evidenziato come sia un progetto inaccettabile quello che è stato presentato. La volontà è quella di trovare tutte le sinergie con tutte le amministrazioni comunali. La cosa più negativa è stata quella che questo progetto è stato avviato senza un coinvolgimento della pubblica amministrazione. Non è una cosa ammissibile e accettabile, esprimo quindi una netta contrarietà” ha detto Isetta.
Il progetto prevede che nella frazione quilianese in località Gagliardi vengano realizzati ex novo un impianto PDE che contiene apparecchiature di filtraggio e misura del gas naturale oltre alla regolazione della pressione e uno di correzione dell’indice di Wobbe. Sarebbe previsto anche nel caso l’esproprio del terreno di una famiglia quilianese con un figlio disabile e anche una parte di via XXV Aprile.
Dopo l’illustrazione del geometra Alessandro Giaccardi, è intervenuto il professor Marco Stevanin sul contenuto progettuale.
“Quello che i sindaci si trovano tra capo e collo è un progetto monco dove molte cose non sono state scritte anche sulla parte della nave, bisogna approvare delle cose, 1200 pagine di studio sull’impatto ambientale, quando tutti i capitoli hanno degli elementi che sono cruciali che verranno demandati in una fase successiva. E’ difficile riuscire a capire e indicare ai tecnici come esprimersi. L’appello è che tutte le amministrazioni comincino a definire e a prepararsi di valutare questo progetto. Si cala dall’alto un progetto senza un processo partecipativo” spiega Stevanin.
In conclusione si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti delle associazioni e i cittadini che hanno esposto la loro preoccupazione e contrarietà.
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