Il Comune di Quiliano è entrato a far parte del Registro Regionale dei Comuni con prodotti
De.Co. con il numero 002 in data 3 ottobre
LUCIANO PARODI
Il cavolo broccolo e il cavolo cappuccio di Valleggia hanno ricevuto la Denominazione Comunale (De.Co) di prodotto tipico locale.
Il Comune di Quiliano è entrato a far parte del Registro Regionale dei Comuni con prodotti
De.Co. con il numero 002 in data 3 ottobre con i due prodotti e ieri nella sala consiliare è stata ufficializzata la sostanziale novità per il territorio, un vanto per tutta la piana quilianese.
I due cavoli “broccolo e cappuccio” erano particolarmente apprezzati negli anni
’60, soprattutto nei paesi del centro Europa come Germania e Svizzera e attraverso la
Cooperativa di Valleggia, il prodotto agro-alimentare venivano riposti in cassette di legno, stipato
in vagoni ferroviari e spediti in queste località.
Il percorso di riattivazione delle De.Co., ha avuto il suo avvio nel 2021, a seguito dell’approvazione del nuovo Regolamento De.Co. (quello precedente risaliva al 2007), riaggiornato in base alle richieste della nuova L.R. 11/2018.
Nel percorso di definizione della De.Co. dei due cavoli valleggini, sono stati coinvolti l’azienda
locale Belfiore, che ancora oggi coltiva i due cavoli, il CeRSAA di Albenga (Centro di
Sperimentazione ed Assistenza Agricola) ed il Comitato Comunale De.Co. con lo scopo di
elaborare il disciplinare di produzione dei due prodotti agroalimentari storici del territorio.
La De.Co. (Denominazione Comunale) rappresenta, infatti, un riconoscimento concesso dalla
locale amministrazione comunale ad un prodotto/tecnica di allevamento/di
coltivazione/ricette/manifestazioni, in genere strettamente collegato al territorio ed alla sua
comunità, con una storicità evidente, senza alcuna sovrapposizione con le denominazioni
d’origine vigenti.
“I due prodotti hanno una valenza storica sul territorio notevole, tanto che abbiamo recuperato documentazione che attesta la vendita di questi prodotti a Quiliano negli anni ’50. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto con gli uffici, il
Comitato De.Co., il CeRSAA e le aziende del territorio che ringrazio sentitamente. Anche questo
rappresenta una delle strade giuste da percorrere per far crescere l’interesse attorno al nostro
territorio, in un’ottica di turismo sostenibile e conoscibilità dell’offerta globale di Quiliano, anche
sotto il profilo gastronomico di qualità” ha detto il sindaco Nicola Isetta.
“Queste coltivazioni locali hanno acquisito notorietà
soprattutto dagli anni Sessanta attraverso la Cooperativa di Valleggia, da cui venivano riforniti
soprattutto i paesi del centro Europa come Germania e Svizzera. L’approvazione della Regione
Liguria all’iscrizione delle De.Co. del Comune di Quiliano sull’apposito Registro Regionale è un
modo concreto per valorizzare questi prodotti e le attività collegate, rendendole chiaramente
distintive e specchio della zona d’origine che, per definizione normativa, deve essere connotata
da almeno 25 anni di produzione. Un esempio di messa in rete e di promozione che, sono
sicuro, verrà seguito anche da altri Comuni e tipicità agroalimentari in Liguria” il commento del vice presidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura e al Marketing territoriale Alessandro Piana.
Le parole di Federico Ugolini, Regione Liguria, Settore Servizi alle Imprese Agricole e Florovivaismo.
“Chi coltiva conserva, affinché l’agricoltore possa essere stimolato per coltivare e conservare deve essere stimolato dal punto di vista economico. Prima di tutto vi è l’individuazione delle caratteristiche e della tipicità, della territorialità del prodotto e subito dopo deve essere promossa dagli enti pubblici ma anche dalle comunità locali -precisa Giovanni Minuto, PhD Direttore Generale del
Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola – da questo siamo partiti noi per fare un lavoro di individuazione e di differenziazione delle caratteristiche fenologiche, culturali di questi cavoli e siamo giunti alla conclusione che sono diversi da quelli che ci sono in commercio. Un’occasione per avere un back up, una memoria generica di caratteristiche che oggi magari non ci servono ma un domani potranno tornare a servirci”.
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