Nella battaglia contro il rigassificatore, il comune di Quiliano è sempre stato puntuale, deciso, documentato, soprattutto sempre avanti, anche se, in alcuni casi, l’unico. Oggi arriva un altro no, una risposta secchissima e articolata, che la giunta ha inviato al commissario regionale e al responsabile del procedimento, dottor Nicola Poggi. Quella con il suo nome è una casella piena, mentre quella del commissario è vuota essendo Giovanni Toti, l’artefice e propulsore del progetto Snam, agli arresti domiciliari e il ruolo di commissario per il momento non è coperto. La nuova bocciatura di Quiliano arriva come risposta all’avviso pubblico integrativo di Snam, ed è supportata da un’analisi critica, un dettagliatissimo documento di 44 pagine, redatto dalla società “Terra srl” firmato da autentici luminari (Marco Stefanin, Cinzia Ciarallo, Giulio Copparoni, Giovanni Francalanza per la parte sicurezza e, Fabrizio Bianchi, per la salute) che, nel dettaglio, dopo aver esaminato il progetto Fsru-Alto Tirreno, prendono in esame le tematiche della sicurezza e del rischio di incidente rilevante, tracciano osservazioni in merito all’ottemperanza dei contenuti minimi normativi con osservazioni di carattere progettuale terminando con un’analisi delle matrici ambientali che vanno dall’analisi dell’atmosfera, all’ambiente idrico, al paesaggio, la flora e la fauna. Una mole di lavoro dettagliata, scrupolosa, documentata, soprattutto incontrovertibile. In base a questo studio l’amministrazione comunale di Quiliano conferma il proprio dissenso ribadendo la contrarietà all’approvazione del progetto di ricollocamento nei pressi del porto di Savona – Vado Ligure del rigassificatore FSRU, anche in riferimento alla nuova progettazione depositata dalla Soc. SNAM FSRU S.p.A. alla Struttura Commissariale di Governo ed al MASE, in quanto il progetto modificato si pone comunque in contrasto con le richieste formulate dal Consiglio Comunale e con le scelte pianificatorie, di sviluppo economico, ambientale e strategico programmate dal Comune di Quiliano. In merito al progetto rigassificatore Vado Ligure-Savona, ritiene che questa proposta debba essere ritirata dal Governo e che su questa posizione, preso atto delle posizioni e ragioni del territorio, debbano convergere in modo chiaro tutte le Amministrazioni Locali (Regione, Provincia e Comuni) e tutte le diverse forze politiche che le sostengono. Alla base c’è poi un dato significativo che rende meno urgente la posa di un rigassificatore a Savona: nel 2023 il consumo di gas in Italia è stato il più basso da almeno 25 anni, attestandosi a circa 61,5 miliardi di metri cubi, con un calo del 10,1% sul 2022. Dunque, la richiesta di gas è diminuita di quasi 7 mld mc e di più del doppio dal 2021. Nell’analisi del progetto da parte della società “Terra” emerge il rilievo dell’approssimazione del lavoro progettuale di Snam. Un esempio significativo è che nella valutazione di impatto ambientale, nella descrizione dello stato attuale dell’ambiente, si riconosce la presenza di numerosi edifici e manufatti industriali produttivi, tra cui alcuni impianti a Rischio incidente rilevante: il deposito Alkin ex Enu spa, l’impianto chimico Infineum Italia srl, la condotte industriali sopraelevate, i ponti e i viadotti autostradali e ferroviari, numerosi elettrodotti, la discarica di Bossarino, che vengono considerati solamente in riferimento ad una caratterizzazione paesaggistica e alla visibilità teorica dell’area di intervento, tralasciando tutte la componenti ambientali potenzialmente impattanti, soprattutto non viene preso in considerazione il progetto di realizzazione del deposito costiero di GNL nel porto di Vado Ligure con una capacità di stoccaggio di 19800 mc, proposto dalla Soc. GNA Med srl con procedura autorizzativa in itinere che graviterà su Bergeggi e non vengono valutati l’impianto Sarpom e il sistema dei depositi petroliferi. Ma se i rischi ambientali sono notevoli, lo snaturamento della progettualità del Comune di Quiliano, diventa fondamentale, per l’alterazione della pianificazione. Nella sua analisi la società “Terra” rileva che le integrazioni proposte da Snam prevedono oltre alla traslazione di circa 150 metri verso ponente dell’ancoraggio, anche un impianto di località Casina. Si tratta di un impianto ex-novo, dove è prevista sia la trappola di arrivo del nuovo metanodotto allacciamento FRSU Alto Tirreno (tratto a terra) sia la trappola di partenza del nuovo metanodotto di collegamento dall’impianto PDE alla Rete Nazionale Gasdotti. All’interno di tale area sono previste le apparecchiature di filtraggio e misura del gas naturale, nonché la regolazione della pressione da 100 bar a 75 bar. Nel territorio comunale di Quiliano è prevista inoltre la realizzazione dell’impianto denominato PIL 2 (Punto di intercettazione di linea), adiacente via Fiume a Quiliano. Il territorio comunale è influenzato anche da porzioni rilevanti del tracciato del metanodotto onshore. Altra attività impattante per il comune di Quiliano è la dismissione delle linee Alessandria – Cairo Montenotte e Cairo Montenotte – Savona. La sua dismissione riguarderà il tratto compreso tra il PIDI n. 1 di interconnessione e il collegamento che si stacca dall’area trappole, di regolazione e interconnessione in località Chinelli con la condotta esistente.
L’attività comporterà la rimozione della condotta esistente e dei relativi stacchi mediante la realizzazione di scavi a cielo aperto. Per i tratti in dismissione il livello di impatto sulla componente risulta del tutto simile a quanto previsto per il progetto del metanodotto. L’impatto inoltre si sviluppa all’interno di aree sottoposte a tutela paesaggistica (aree boscate) per la maggior parte della percorrenza. La dismissione di una condotta interrata prevede fasi sequenziali analoghe alla posa di una nuova tubazione, articolate in: apertura dell’area di passaggio; scavo della trincea e messa a giorno della tubazione posta fuori esercizio; sezionamento in tronchi della condotta di lunghezza idonea al trasporto; smantellamento degli attraversamenti di infrastrutture e corsi d’acqua e ponti aerei; smantellamento degli impianti e dei punti di linea installati sulla tubazione in dismissione; rinterro dello scavo, riprofilatura e ripristino dell’area. Le operazioni citate richiedono, quindi, la realizzazione di un’area di passaggio con larghezza massima di 14 m, tale da consentire la buona esecuzione dei lavori ed il transito dei mezzi di servizio e di soccorso; nei tratti di cresta dove la condotta è in stretto parallelismo con il metanodotto in esercizio e gli spazi per l’esecuzione dei lavori sono ridotti, l’area di passaggio si riduce a 10 m. Per assicurare in alcuni tratti l’accesso all’area di passaggio sarà necessario realizzare alcune strade provvisorie e per agevolare le attività di smaltimento delle tubazioni dismesse e degli apparati dei punti di linea e degli impianti smantellati, verranno predisposte delle aree temporanee (piazzole) adibite allo scopo. Infine, in corrispondenza di attraversamenti di infrastrutture (strade, metanodotti, ecc.), di corsi d’acqua e di punti particolari, l’area di cantiere è stata prevista più ampia dell’area di passaggio, per esigenze operative, con la realizzazione di allargamenti provvisori dell’area di lavoro. Come detto, SNAM propone il riposizionamento del punto di ormeggio e del sistema di ancore della Italis LNG (nuovo nome della Golar Tundra come è stata ribattezzata la nave-rigassificatore con l’approvazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ), ma non fornisce un quadro progettuale esaustivo. Il sistema di ancoraggio e il PLEM dispongono solamente di una descrizione generale della tecnologia proposta senza ulteriori elementi di approfondimento che riguardano specificamente l’opera che si vuole realizzare. Nella Relazione Tecnica Sistema di Ormeggio e Subsea Facilities nello “Scopo del Documento” si cita una documentazione progettuale predisposta da Aker Solutions che, però, non si ritrova nell’insieme dei documenti presentati da SNAM. Non trovano risposta le preoccupate richieste di chiarimenti relativi alle caratteristiche strutturali dei serbatoi a membrana della nave e alla loro idoneità a resistere alle significative sollecitazioni strutturali associate ai fenomeni di forti movimenti e oscillazioni del liquido in condizione di parziale riempimento (il cosiddetto sloshing) generati da condizioni meteo marine avverse o da urti e collisioni. Si ricorda che lo sloshing diventa critico quando il periodo delle oscillazioni del moto della nave si approssima al periodo di risonanza del moto del liquido all’interno del serbatoio; in tali condizioni la stabilità della nave può essere compromessa e le membrane interne e la struttura di contenimento dei serbatoi si trovano esposte a forti sollecitazioni. L’esperienza mostra che alle navi con serbatoi a membrana si impone di navigare completamente cariche o completamente scariche. Logica vuole che tale prescrizione sia del tutto pertinente anche quando navi gasiere o FSRU con serbatoi di tale tipologia costruttiva si trovino in mare aperto e in acque non protette. L’obbligo di chiarimenti da parte del proponente è dirimente, tenendo conto anche del fatto che attualmente la nave è ormeggiata in banchina a Piombino mentre nell’Alto Tirreno verrebbe posizionata a largo in acque non protette. Si ricorda, inoltre, che le limitazioni imposte dalle caratteristiche dei serbatoi della FSRU Golar Tundra sono emerse dalle stesse dichiarazioni di SNAM in sede di Conferenza dei Servizi a Piombino, riportate nel verbale del 7 ottobre 2022: “ad oggi la Società̀ non è nelle condizioni di dare informazioni circa il sito di localizzazione off-shore successivamente alla localizzazione nel porto di Piombino e che sta approfondendo gli studi per l’individuazione di un sito idoneo, sia sotto il profilo tecnico che sotto il profilo della continuità operativa in tutte le condizioni meteo-marine. La ricerca di un sito con tutte le caratteristiche idonee non è una cosa banale, richiede indagini approfondite dei fondali, dei punti di approdo a terra e dei percorsi a terra nonché verifiche della compatibilità dell’FSRU con le condizioni meteo-marine”. Nel verbale si riporta anche che SNAM illustra le differenze tra la tecnologia del rigassificatore OLT (tecnologia MOSS) e quella della Golar Tundra (tecnologia a membrane), precisando che “La Golar Tundra ha un serbatoio a membrana che crea delle condizioni di maggiore fragilità rispetto alle navi MOSS in presenza di condizioni meteomarine più critiche. Al momento la Società sta interloquendo con il detentore del brevetto dei serbatoi a membrana per avere informazioni sulle condizioni di continuità operativa in condizioni meteo-climatiche più critiche”, ma non è stata data notizia degli esiti della dichiarata interlocuzione di SNAM con il detentore del brevetto. Se in mare il rigassificatore è un problema preoccupante, non meno sono gli impianti a terra. La nuova ubicazione del PDE incide su un’area a destinazione “turistico – sportiva” secondo la pianificazione comunale. A tale proposito, nel regolamento “Distanze di sicurezza nei confronti di luoghi di concentrazione di persone” che è di specifico interesse in aree a destinazione “turistico-sportiva” si prescrive che la distanza di condotte di prima specie da “luoghi di concentrazione di persone” sia “non inferiore a 100 m”. Lacune sostanziali sono emerse anche nella trattazione delle alternative. La richiesta dell’amministrazione comunale di individuare soluzioni alternative che incidano in aree già a destinazione industriale, artigianale o comunque produttiva, anche attraverso l’uso di infrastrutture esistenti poste al di fuori degli abitati di Quiliano e Valleggia e borgate limitrofe, rimane disattesa. Alla luce delle integrazioni di marzo 2024 permane nel SIA del progetto FSRU Alto Tirreno e Collegamento alla Rete Nazionale Gasdotti una mancata o inadeguata trattazione dei contenuti minimi per quanto riguarda la valutazione delle alternative (Alternativa 0 alternative localizzative); valutazione degli impatti cumulativi; valutazione degli impatti sul clima in esame. Nella documentazione depositata non viene fornita, inoltre una sufficiente descrizione delle possibili alternative localizzative valutate per quanto riguarda la scelta di altri siti offshore. Analogamente non viene fornita descrizione di possibili alternative all’ubicazione del tracciato del metanodotto nel tratto a terra che ricade all’interno del comune di Quiliano. Questa assenza si ritiene una lacuna importante soprattutto dal momento che si sarebbe potuto proporre soluzioni alternative che consentano di utilizzare aree già a destinazione industriale artigianale o produttive anche attraverso l’utilizzo di infrastrutture esistenti poste al di fuori dell’abitato del comune di Quiliano o dei corsi d’acqua. Una questione sollevata anche dalla regione Liguria nella propria richiesta integrazione. Dall’ analisi del progetto in esame e delle integrazioni effettuate si deduce che il Comune di Quiliano potrebbe essere soggetto a importanti impatti sia diretti che indiretti di tipo paesaggistico. Il Comune di Quiliano studiata l’analisi commissionata ai propri tecnici ha tratto le conclusioni che il progetto SNAM FSRU S.p.A. non ha prodotto una mera “documentazione integrativa” del progetto, bensì una documentazione che descrive e rappresenta un progetto totalmente nuovo e differente da quello originario sottoposto ad approvazione, senza tenere conto delle richieste formulate dal Consiglio Comunale di Quiliano e conferma il proprio dissenso ribadendo la contrarietà all’approvazione del progetto di ricollocamento nei pressi del porto di Savona – Vado Ligure del rigassificatore FSRU e il progetto modificato si pone comunque in contrasto con le richieste formulate dal Consiglio Comunale di Quiliano, e con le scelte pianificatorie, di sviluppo economico, ambientale e strategico programmate dal Comune di Quiliano. Pertanto il progetto è rispedito al mittente e l’unica cosa che si scava al momento è un profonda trincea di sbarramento.
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