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DA MONTAGNA ALL’URUGUAY

Dall’Uruguay il discendente di un emigrato da Montagna a metà del 1800 scrive a Quilianonline per sapere se ci sono suoi parenti ancora vivi o avere qualche notizia in più. Quilianonline gira il contatto a Claudia Avogadro un’esperta in questo genere di ricerche,  accurata e particolarmente attenta. Ne esce fuori un racconto straordinario di un […]

Dall’Uruguay il discendente di un emigrato da Montagna a metà del 1800 scrive a Quilianonline per sapere se ci sono suoi parenti ancora vivi o avere qualche notizia in più. Quilianonline gira il contatto a Claudia Avogadro un’esperta in questo genere di ricerche,  accurata e particolarmente attenta. Ne esce fuori un racconto straordinario di un emigrante, della sua numerosa e bella famiglia, con particolari straordinari. Una storia tutta da leggere.
CLAUDIA AVOGADRO

“ La distanza e il tempo rendono le storie difficili da raccontare, se lo fanno non oltrepassano alcune generazioni e tutto viene perduto”.

Così inizia il racconto di Antony Spatóla.

Sono trascorsi 180 anni da matrimonio nella Parrocchia di San Michele di Montagna tra Gio Batta Spatola di 28 anni e Paola Geido di anni 20 che il 19 febbraio 1844 divennero marito e moglie e dalla loro unione nacquero 7 figli: Giuseppe Michele (1845), Antonio (1847), Matteo Luigi (1849), Giovani Battista (1851), Giuseppe (1856) e infine accolsero le ragazze della casa, Maria Benigna (1858) e Maria Cattarina (1860). “Immagino che da questi eventi emergano molte cose e molte storie debbano essere raccontate, – racconta Antony Spatola- ma non posso dirvi di più di quelle che mi sono arrivate: discendo da Giovanni Battista figlio di GioBatta e Paola Geido, nato nel 1851 il 20 ottobre e nella parrocchia di San Michele battezzato il giorno 21”. Giovanni Battista tra il 1875 e il 1876 parte da Montagna verso l’Uruguay, con la speranza di ricongiungersi con il padre che, come emerge da alcune lettere, si trovava in Montevideo, forse insieme al suocero Michele Geido in questa città domiciliato. Il destino beffardo fece si che i due non s’incontrassero: Gio Batta partiva, Giovanni Battista arrivava, padre e figlio separati per sempre. Giovanni Battista non ritornò più nella sua Montagna.

URUGUAY

San Jacinto è una nuova città fondata a seguito di una donazione di terreno da parte della Signora Maria Vera, sorella di Monsignor Jacinto Vera nominato nel 1865 vescovo di Montevideo, una città fondata da italiani e spagnoli e proprio nei documenti che troviamo Giovanni Battista Spatola tra i primi coloni nel 1876. “Il nostro ardito viaggiatore Giovanni Battista sposa il 29 novembre 1884 Francisca Villar d’origine spagnola, forse anche lei come molti era alla ricerca di nuove opportunità: la cosa bella è che hanno deciso di affrontare insieme quella sfida in un posto nuovo”. Giovanni Battista e Francisca, in quel periodo si trovano nel dipartimento di Lavalleja, nella zona di San Francisco, dove la loro professione risulta agricoltori, “è la mia opinione personale – scrive Antony Spatola- che abbia trovato in quel posto una somiglianza con la sua terra natale di montagne e colline”. Dalla loro unione nascono undici figli, Juan Jose (1881), Bonifacio (1885), Juan Antonio (1887), Justa (1889), Maria Magdalena (1891), Vittoria (1893), Dorotea (1895), Paolina (1897), Giuliana Lucia (1899), Francisca (1901) e Pilar Venanzio (1903).

“Il mio bisnonno – scrive ancora Spatola-  nasce nel 1887 il 13 settembre, si chiama Juan Antonio fa il fabbro e sposa Maria Antonia Falero nel 1910, vivono un periodo ad Arequita ma poi ritornano a San Jacinto, hanno già tre figli”. “Nonno “Chiche”, è l’ ultimo dei loro sei figli e gli viene dato il nome del padre Juan Antonio. Nasce tre anni prima della morte del padre da una una mamma già anziana per l’epoca, aveva 44 anni. Il nonno Juan Antonio nato il 13 giugno del 1930 fu una vera sorpresa e per questo il padre gli diede il soprannome di “chiche” . ”Maria Antonia (1911), Juan Jose (1912), Justo (1915), Emma (1919), Maria Vittoria (1925) e Juan Antonio (1930) rimasero orfani di padre “Il nonno non parlava di suo padre, forse soffriva, forse non avendolo mai vissuto come padre gli era “indifferente”, fu cresciuto da un fratello maggiore Justo, che preso dallo sconforto di essere malato gravemente si suicidò. Questo fu un grande dolore per il nonno. Con la madre aveva un buon rapporto era stata lei ha crescere i figli a sacrificarsi”. Juan Antonio riuscì a salutare la madre morente percorrendo 500 chilometri in motocicletta in inverno: “Caricò sulla moto una tanica di benzina – ricorda Spatola – per non doversi fermare lungo la strada e partì. Arrivato a destinazione, due uomini dovettero aiutarlo a scendere dalla moto, era semi assiderato, in preda ai crampi, dovettero massaggiarlo per più di mezz’ora per fargli riprendere l’uso della gambe e delle braccia, così lui riuscì a dire addio alla madre”. Il cammino della vita va avanti Juan Antonio sposatosi ha due figli “Ha formato la sua famiglia ha cresciuto bene i suoi figli, ha lavorato come autista e ci ha lasciti nel 2001”.

Gio Battista Spatola…
….e sua moglie Francisca Villar

I RACCONTI DEGLI ANZIANI

Gli undici figli di Giovanni Battista formano le loro famiglie, dal 1884 sono passati 140 anni e non è facile reperire informazioni su tutti i discendenti. “Tio Pilar Venancio visse sino a 102 anni, la festa per i suoi 100 anni fu una grande riunione di famiglia. Sono in contatto con la figlia che oggi ha 81 anni Martha, lei mi ha raccontato la storia di Giovanni Battista del suo viaggio della sua grande famiglia composta da 11 figli ed ho iniziato a fare delle ricerche, discendono la lui quarantaquattro nipoti e cinquantotto pronipoti. La più anziana discendente il 2 dicembre compirà 94 anni, si chiama Hortencia”.

E’ proprio durante le indagini che Antony Spatola ritrova i ritratti dei suoi avi, ora Giovanni Battista e Francisca hanno un volto.

MONTAGNA QUILIANO

L’atto di morte di Gio Batta un esposto, nato in Savona proveniente dall’Ospizio dell’Infanzia Abbandonata, muore in Montagna il 23 novembre 1891 all’ eta di 76 anni. (atto n.91). Come arrivò a Montagna non sappiamo dirlo, potrebbe essere arrivato neonato “a balia” o più grandicello “affigliato” a qualche famiglia del posto o alla stessa famiglia Geido. Sappiamo che si è sposato in Montagna nel 1844, con Paola Geido che il di lei padre Michele Geido era domiciliato in Montevideo, in quell’intreccio di emigrazione che comprende tanti abitanti di Montagna tra cui gli Schinca, i Delsalvo, i Rebella e gli stessi Geido. Sappiamo che è iscritto sulle carte un Hotel Espana, uno dei tanti hotel fantasma ove gli emigrati indicavano il loro indirizzo di destinazione in Montevideo. Alcuni fecero fortuna, altri, invece, vissero le stesse condizioni che avevano lasciato in patria. Inserisco le informazioni dei figli di Gio Batta e Paola, poiché farebbe piacere a Antony Spatola ritrovare qualche discendente:

Maria Catterina che nasce nel 1860, sposa in Quiliano Parodi Giulio Gaetano entrambi nati e domiciliati in Montagna celebrano il loro matrimonio il 18 maggio 1879 (atto n. 18)

Antonio che nasce nel 1847, sposa in Quiliano Berruti Angela entrambi nati e domiciliati in Montagna celebrano il loro matrimonio il 18 novembre 1883 (atto n. 27)

Maria Benigna che nasce nel 1857, sposa in Quiliano Genta Gio Batta Bernardo nato a Roviasca già vedovo di anni 36, domiciliati entrambi in Montagna, il 3 ottobre 1888 (atto n. 31)

Giuseppe Michele Antonio nato nel 1845.

Matteo Luigi nato nel 1849.

Giuseppe nato nel 1856.

Giovanni Battista nato nel 1851 protagonista della nostra storia.

In riferimento agli Atti prima del 1866 Archivio Diocesi Savona Noli

In riferimento agli Atti dopo il 1866, Archivio di Stato di Savona

Si ringrazia:

Antony Spatòla.

Archivio Storico Diocesi Savona-Noli

Archivio di Stato di Savona

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