La Valleggia e Slow Food, dal parco di san Pietro in Carpignano a Quiliano all’iniziativa legata alla marmellata di Besio
MARCO OLIVERI
Se si pensa che l’unica Casa Slow ligure si trova proprio all’interno del parco di san Pietro in Carpignano, luogo dove sono già nate storiche “cultivar”, è facile capire quanto sia saldo il legame tra Quiliano e la Condotta Slow Food del Savonese. Un rapporto che va avanti da anni, all’insegna della valorizzazione dei prodotti tipici del comprensorio quilianese e di Savona, il quale si stringe soprattutto intorno all’albicocca di Valleggia.
Infatti, il presidio internazionale del cibo e l’amministrazione di Quiliano da sempre collaborano per la promozione di questa dolce risorsa locale, sia con l’organizzazione di eventi dedicati, sia tramite studi e accertamenti sul frutto, in collaborazione con il Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola e altre realtà di certificazione: «Il risultato è stato più che eccellente, l’albicocca di Valleggia ha tutte le stelle per rappresentare un cibo “buono, pulito e giusto” com’è nella filosofia di Slow Food – afferma Vincenzo Ricotta, fiduciario della Condotta del Savonese – il nostro tentativo è riportare l’albicocca all’onore dei mercati, incentivandone la coltivazione».
Tra le varie iniziative, l’abbinamento tra l’albicocca valleggina e la marmellata di Besio, storica azienda savonese attiva nella trasformazione di prodotti come il Chinotto che, l’anno scorso, ha chiesto a Slow Food e alla cooperative quilianesi che gestiscono il marchio di diventare trasformatori riconosciuti della Valleggia: «L’idea si è concretizzata in una confettura extra, uscita sul mercato in 8mila confezioni andate a ruba in pochi mesi, basata sulle ricette delle massaie della zona tra Savona e Quiliano, le quali sono state selezionate, tra numerosi partecipanti, da una giuria composta da chef ed esperti – conclude – questa è stata la novità del 2019, che ormai è entrata in produzione e in futuro tornerà in commercio, ma anche l’occasione per cogliere il forte segnale d’interesse che il territorio nutre nei confronti dell’albicocca di Valleggia».
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