Un set cinematografico e otto testimoni eccellenti per raccontare l’amore di Gianni Celano Giannici verso Quiliano. Dirige film e ricordi Carlo Cotti unito dall’amicizia per l’artista e per il paese.
ELENA GIANASSO
Da giovane ha recitato in Rocco e suoi fratelli di Luchino Visconti, poi è passato alla regia dove per la Grappa Piave ha vinto il Carosello d’oro. Negli anni è stato l’aiuto regista di Zeffirelli grazie anche le sue frequentazioni teatrali con Strehler e poi è passato alla regia su sollecito di Anna Magnani dirigendo fra gli altri il film “Sposerò Simon Le Bon”. Autore, regista, sceneggiatore per tv, cinema e teatro da qualche anno è il nume tutelare, diciamo anche la stella polare del Cineforum “Quei bravi ragazzi” e del Premio Quiliano Cinema.
DUE ARTISTI UNITI DA QUILIANO
In questi giorni Carlo Cotti è a Quiliano per ultimare le riprese del docufilm dedicato a Gianni Celano Giannici, pittore e ceramista lombardo ma quilianese d’adozione, mancato a inizio anno. I due artisti si erano conosciuti in occasione della manifestazione premio Quiliano Cinema 2015 quando lo sceneggiatore era stato premiato con un’opera in ceramica dell’artista.
“Quella serata per me – confida il regista con un filo di emozione -, arrivava alla fine di un giorno non facile. Giungendo in treno in città avevo saputo infatti della morte del mio maestro Franco Zeffirelli. Un momento terribile con i ricordi di tutta una vita: professionale e umana”.
Con Giannici, che nel frattempo aveva saputo la notizia, bastò un lungo abbraccio accompagnato da poche parole, il premio venne dedicato al regista fiorentino e da quel momento nacque una amicizia soprattutto epistolare, fatta di email in cui i due “ragazzi” si scambiavano consigli e giudizi. Un episodio che racchiude la sensibilità del regista e il rispetto del pittore.
IL SOGNO: RACCONTARE AL MONDO L’ARTE DI GIANNICI
L’artista milanese, che fra l’altro, ha collaborato come assistente di produzione dei maggiori registi italiani e il ceramista appassionato di futurismo e di pop art si intesero al volo, l’ idea del docufilm nacque quasi subito per imprimere su pellicola l’arte del pittore già conosciuto all’estero, e per far conoscere ancora di più la ceramica e la pittura savonese nel mondo. Giannici avrebbe mostrato la propria maestria e le proprie opere inframmezzando la storia con divertenti aneddoti personali.
Il destino ha però deciso diversamente e l’opera ora si trasformerà e sarà caratterizzata da interviste a personalità locali del mondo della cultura e dell’arte che vorranno regalare allo spettatore un loro ricordo personale di Giannici.
“I racconti saranno spontanei e narrati con il sorriso sulle labbra proprio come avrebbe voluto Gianni” , queste le parole del regista Cotti, la cui voce, fra l’altro, da fuori campo guiderà la narrazione. Come detto, otto testimonianze fra le quali quelle della famiglia Mazzotti Rossello la cui fornace ad Albisola era frequentata da Gianni Celano Giannici e da Ylli Plaka.
Le riprese saranno ultimate e montate anche grazie alla collaborazione del videomarker Enrico Bonino, mentre la canzone “Apri le braccia” scritta a quattro mani con il pittore e cantautore Oscar Prudente e cantata da Ivano Fossati farà da leitmotiv del film.
Perché il tributo a Giannici possa varcare i confini nazionali ed essere conosciuto ad una platea più vasta il documentario verrà sottotitolato in più lingue.
UN REGISTA SEMPRE IMPEGNATO
Carlo Cotti sarà presto impegnato nella regia di un testo teatrale interpretato da Emanuele Vezzoli ispirato al romanzo di Piergiorgio Welby “Ocean Terminal” senza dimenticare Zeffirelli di cui è in lavorazione un personale racconto con materiale inedito, infine “Augustin & Augustine” opera con riferimenti autobiografici che riannoda il filo dell’amicizia Cotti – Giannici, di cui ritroveremo infatti la presenza in ben tre momenti del film.
L’arte supera la morte, l’amicizia la suggella.
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