La ex chiesa San Salvatore di Valleggia, oggi oratorio di San Sebastiano è uno degli edifici religiosi più importanti del contado savonese, la sua origine forse longobarda potrebbe essere suffragata da documenti del notaio Arnaldo Cumano.
ELENA GIANASSO
Come chiesa cimiteriale compare per la prima volta in un atto testamentario del 1178. Edificata lungo la via consolare romana Aemilia Scauri che da Vado Ligure portava ad Acqui doveva servire agli uomini della gastaldia di Tiassano, terra di proprietà del Vescovo di Savona, e allo stesso vescovo come punto di appoggio quando si recava in zona. La chiesa aveva accanto alberi e la “Domus della confraria della carità (anno 1385)”. Fu ricostruita nel 1466 con un impianto a tre navate tardo gotiche dal maestro Bartolomeo Muto del ducato di Milano. Negli atti del notaio Giacomo de Gaia troviamo una sua precisa descrizione.
LA NASCITA DELL’ORATORIO
Nel 1641 fu trasformata in oratorio della Confraternita con il nome di S. Sebastiano. Uniche testimonianze del suo fulgido passato restano la base del campanile, i bellissimi capitelli e gli archi ogivali sotto il loggiato ed uno splendido tabernacolo marmoreo di impianto rinascimentale, ma con forti reminiscenze tardo-gotiche nelle figure degli angeli. L’immagine della Madonna della Colonna, cui era stato dedicato un piccolo altare, venne trasferita, a metà del Seicento, nella nuova chiesa, su esortazione del vescovo Spinola, il quale desiderava che se ne continuasse la devozione. L’interno dell’oratorio pare come un’elegante aula in stile settecentesco, scandita da paraste, con volta a botte ed abside semicircolare; lungo le pareti laterali e sulla parete della controfacciata sono allineati gli stalli lignei che risalgono alla metà dell’Ottocento. Nell’oratorio sono custoditi i crocifissi processionali della Confraternita, un dipinto seicentesco raffigurante San Sebastiano, e alcune statue lignee di Santi cui i parrocchiani di Valleggia sono particolarmente devoti.
L’attuale porticato, ben visibile sul lato destro della piazza, fu creato alla fine dell’Ottocento, trasformando un andito preesistente che si era venuto a creare conservando il muro perimetrale destro dell’antico edificio. II tetto è coperto da tegole in laterizio in stile marsigliese che contrastano cromaticamente con il tetto di ardesia dell’oratorio.
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