Quiliano è in lutto, e non solo il mondo sportivo, ma anche il suo tessuto sociale e solidale oggi piangono Francesco Landucci, 76 anni, storica figura di presidente del calcio locale, da sempre punto di riferimento per il Valleggia calcio, ma anche per l’intera Comunità. Persona attenta e scrupolosa anche ai valori più profondi era stato nell’Anpi ed aveva dato un’impronta del tutto particolare e fuori dagli schemi al mondo del calcio dilettantistico ponendo le basi per quello che poi sarebbe diventato il grande progetto del Quiliano & Valleggia calcio di cui è presidente oggi il nipote Giorgio.
Per oltre 40 anni presidente del Valleggia, Francesco Landucci aveva coniato un motto che poi ha sempre rappresentato i valori reali del modo di intendere calcio in riva al Quiliano ed emblema per molti anni del calcio fatto per pura passione «la Seconda Categoria è la nostra Serie A». La fusione tra i due sodalizi che nell’estate del 2017 ha dato vita all’U.S.D. Quiliano&Valleggia, attualmente impegnata nel campionato di Prima Categoria, ha rappresentato l’ultimo capitolo di quest’epoca di grande fioritura morale. “Per noi ha rappresentato una figura storica e fondamentale – ha dichiarato il team manager del Quiliano Michele Salinas – quello che lui è riuscito a creare e a insegnare è stato notevole e imprescindibile dai valori dello sport”. Dolore anche per l’attuale presidente del Valleggia Alberto Negro che recentemente lo aveva ricordato in questo modo .”Abbiamo deciso di dare una mano allo storico presidente Francesco Landucci confluendo nel Valleggia e dando inizio a un’avventura durata per otto-nove stagioni. Francesco è una persona d’oro che io stimo anzitutto a livello personale. A lui interessano sempre i ragazzi, quando parla della squadra dice sempre: “Bisogna far giocare i ragazzi”. È un uomo che non ha mai lesinato impegno in tutto ciò che ha fatto e la carica di presidente che mi è stata conferita lo scorso anno è semplicemente formale: Francesco ha avuto molti problemi di salute che non gli consentono più di essere attivo dal punto di vista dell’operatività calcistica e tutti quanti abbiamo ritenuto opportuno dargli una mano. Francesco – ha proseguito Alberto Negro – è al timone del Valleggia dal lontano 1972, ma si è sempre occupato di calcio. Un’altra sua frase storica che noi utilizziamo sempre è: “Il Valleggia è un’idea”. Non una squadra di calcio, ma un’idea di come fare calcio. Siamo impegnati nel sociale, aspetto al quale lui ha sempre prestato particolare attenzione: siamo affiliati con la Lilt (acronimo di Lega Italiana Per La Lotta Contro I Tumori) e fino allo scorso anno abbiamo organizzato eventi in collaborazione con associazioni come Il Faggio e altre che, soprattutto ultimamente, si sono occupate dell’accoglienza dei migranti. Negli ultimi anni, poi, abbiamo inserito in squadra tre ragazzi venuti dall’Africa. Ecco questo è il messaggio che ci ha trasmesso Francesco Landucci”.
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