Prossimamente, a san Pietro in Carpignano, un campo per sperimentare nuovi innesti di albicocchi e rilanciare il frutto sul mercato
MARCO OLIVERI
“Verificare la compatibilità dei portinnesti potenzialmente migliori con l’albicocca di Valleggia, trovare un accordo con i vivaisti per introdurre portinnesti più innovativi, effettuare impianti dimostrativi per la verifica, nel tempo, delle caratteristiche dei portinnesti selezionati e formare o informare i vari produttori del territorio per le sfide da affrontare nei prossimi anni”. Questi, gli obiettivi principali ai quali il Comune di Quiliano e il Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola della Camera di Commercio Riviere di Liguria lavoreranno nel prossimo triennio per rilanciare sul mercato il dolce frutto valleggino.
Se ne è parlato ieri pomeriggio, venerdì 2 luglio, al convegno che ha inaugurato il weekend dedicato all’albicocca di Valleggia, in giro per la città di Quiliano fino a domenica 4. All’orizzonte, la realizzazione, attraverso un bando, di un campo di san Pietro in Carpignano dove poter sperimentare nuovi innesti di albicocchi e studiare le malattie che aggrediscono le piante da frutto con strategie e nuovi metodi di difesa al fine di contenere le fitopatie più gravi.
«Sul mercato dell’albicocca di Valleggia c’è una domanda che attualmente non viene soddisfatta dall’offerta, proprio perché le recenti problematiche che la coltura della valleggina ha attraversato non sono ancora state risolte – spiega Giovanni Minuto, direttore generale del CeRSAA, da anni in contatto con l’amministrazione quilianese e tra i relatori dell’incontro che si è svolto negli spazi esterni del “Ristoro Camilia” a san Pietro in Carpignano – adesso è il momento di intervenire, altrimenti si assisterà ad una progressiva diminuzione della produzione del frutto che causerà il calo della domanda sul mercato».
«San Pietro in Carpignano si conferma un sito sempre più attivo per quanto concerne i diversi cultivar del nostro territorio – dichiara il sindaco Nicola Isetta – qui, accanto alle piantagioni di Granaccia, cavolo e chinotto, a breve troverà spazio anche l’albicocca di Valleggia, per uno studio che riguarderà soprattutto la pianta di albicocco, rispetto al frutto vero e proprio».
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