Una vera e propria tradizione che si rinnova ogni anno. La raccolta dei funghi è una passione, ma va praticata nel rispetto dell’ambiente e in sicurezza. E’ molto importante fare attenzione alle particolari caratteristiche dei funghi per non incorrere in intossicazioni alimentari che possono essere gravi e, in alcuni casi, letali.
SABRINA ROSSI
In un articolo precedente qui, su Quilianonline, abbiamo riportato una lunga serie di norme di comportamento e di sicurezza che vanno rispettate, per se stessi e per la natura, durante la stagione dei funghi. Una di esse, sottolinea l’importanza di avere una buona conoscenza delle varie specie e saper fare una corretta classificazione. La bellezza di un fungo, spesso, può giocare brutti scherzi per il colore, la forma e l’aspetto invitante. Se si hanno dubbi e per evitare avvelenamenti, non riporre mai i funghi sospetti nello stesso cesto di quelli commestibili. Alcune regole importanti da conoscere prima di addentrarsi in un bosco, per far sì che gustare i funghi a tavola sia un momento di puro piacere.
Nei boschi di Quiliano esistono numerose specie di funghi commestibili, ne riportiamo alcune.
L’Ovolo buono (Amanita caesarea), una specie molto pregiata e ricercata; per l’ottima commestibilità si può consumare anche cruda in insalata. Da non confondere con l’Ovolo malefico (Amanita muscaria). Mentre l’Ovolo buono presenta lamelle viranti al giallo, quelle del malefico sono assolutamente bianche. Inoltre la superficie esterna del cappello è aranciata nell’Ovolo buono, mentre è di un rosso acceso nel malefico. Quest’ultimo presenta anche i caratteristici puntini bianchi sul cappello, ma bisogna fare attenzione: se assenti, potrebbero essere stati mangiati da una lumaca perciò è necessario osservare con attenzione tutte le caratteristiche.
Il Boletus edulis, è il classico porcino che nasce sotto faggi e castagni. E’ la specie più nota di ottima commestibilità, si può consumare sia crudo sia cotto. Nasce in primavera o autunno, dopo un adeguato periodo di piogge, in presenza di temperatura mite. Non bisogna però confonderlo, anche qui, con il porcino malefico (“serrun” in dialetto quilianese) il cui colore vira al rosso violaceo e le sue carni tendono a macchiarsi di blu se toccate o spezzate.
La Colombina maggiore (Russula cyanoxantha), una delle colombine più buone. Ottima se cotta in padella con patate e un poco di prezzemolo.
Il Boletus aereus, una specie pregiata e di ottima commestibilità. Si può distinguere dal boletus edulis per il colore più scuro di gambo e cappello; cresce specialmente in boschi di quercia, mentre il Boletus edulis si trova, come abbiamo detto, in faggete e castagneti.
La Lepiota procera, detta popolarmente “mazza di tamburo” per la caratteristica forma che assume allo stato giovanile. Ottima da cucinare alla piastra oppure in umido con i piselli.
Ricordiamoci sempre che le specie velenose che si riconoscono e si trovano lungo il nostro cammino è bene non distruggerle o danneggiarle, perché sono fondamentali per il mantenimento dell’equilibrio biologico del bosco.
Raccogliere funghi e saperli riconoscere è una tradizione per tutti gli appassionati, un bagaglio di conoscenze e consigli che si tramandano di generazione in generazione. Rappresenta un momento di svago, di condivisione ma è bene gestirlo con prudenza e consapevolezza per non trasformarlo in pericolo.
(Foto di Laura Brattel)
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