Nella Giornata Internazionale della Donna diamo la parola agli uomini! Abbiamo chiesto di scrivere una frase, un saluto, un ringraziamento, un pensiero positivo, un messaggio d’amore per una donna in particolare, per un affetto che non c’è più, per una figura femminile che ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia, cultura, sport, scienza…Abbiamo anche dato la possibilità di realizzare un piccolo disegno per esprimere il vostro pensiero.
I lavori migliori sono raccolti in queste pagine e pubblicati in occasione della “Giornata Internazionale della Poesia” del 21 marzo.
Nella “Giornata Internazionale della poesia” non poteva mancare un omaggio a Dante Alighieri di cui ricorrono, quest’anno, i settecento anni dalla morte (Firenze, 1265 – Ravenna, 1321).
Abbiamo quindi voluto aggiungere, tra le varie pagine dei pensieri di oggi, il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” contenuto nel capitolo XXVI della “Vita nova”.
In questo famoso sonetto di Dante dedicato a Beatrice si fondono insieme l’ammirazione per la donna e il rispetto a lei dovuto per il suo ruolo nella vita, oggi purtroppo ancora poco riconosciuto.
lo staff della Biblio
La figura femminile nella vita contadina
Alla contadina incinta si ruppero le acque quando zappava la terra, curva e stremata, dal feroce marito aspramente incitata, sulle zolle insanguinate il suo bambino nacque. Questa era la donna, dello schiavo schiava, lavoro incessante e mancanza di riposo brutalmente comandata e stuprata dallo sposo spaccava la legna, nel ghiaccio i panni lavava. Dalla dura tirannia della dura famiglia passava subito sotto suoceri inflessibili cominciavano anni troppo spesso terribili
e trasmetteva la schiavitù attraverso la figlia. Sorvegliata, comandata, con la bocca guardata perché non mormorasse alcuna ribellione perché non esprimesse alcuna sua passione animale da lavoro, come animale sfruttata.
I parti nella stalla per non macchiare le lenzuola, da una dura praticona assistita con fastidio, la morte di parto era quasi un omicidio morendo, la sua figliolanza lasciava da sola. Arrivava la matrigna, il padre si risposava tempi duri per i teneri bambini non amati, troppe volte affamati, maltrattati, rifiutati, troppe volte il freddo orfanotrofio li aspettava. Per pulire il riso c’erano solo le mondine, un lavoro da schiave e quindi solo per le donne, che per molte ore con raccolte le gonne tra bisce e zanzare e fatica, sulle acque chine. Era anche troppo pesantemente caricata con grossi pesi per chilometri portati coi teneri corpi dalla fatica schiantati, altro duro lavoro appena era arrivata. Tuttavia questa donna schiava era potente, l’anello forte le chiamava Nuto Revelli in uno dei suoi libri più tragici e più belli, perché invincibile come il sole ardente. Aveva tante capacità di lavoro e intuitive i misteri antichi della cucina conosce la malia aveva nella bellezza delle cosce di amore le persone non lasciava mai prive. Era una bella donna opulenta e formosa con belle forme da accarezzare e da vedere, tutti incantava con le movenze del sedere, con la sua andatura sensuale e armoniosa. Trasmetteva i segreti del corpo, sapeva le cure conosceva le erbe e le fasi della luna a volte sapeva anche predire la fortuna la casa era nelle sue mani dolci e sicure. Come tutte era portatrice di immensi poteri, il suo ciclo affascina l’umanità da millenni un segreto di cui si parlava solo per accenni come la gravidanza e altri suoi misteri. Donna potente, le masche o basue o strie, la nonna ripiena di arcana sapienza che trasmetteva alle sue nipoti con pazienza insieme a proverbi, modi di dire e poesie. Erano anche spesso cantanti eccezionali memorizzavano molte canzoni antichissime si sentivano cori di voci dolcissime a casa, sulle colline, nelle pianure e in cascinali. Di tempi bucolici qualcuno farnetica, una costante era il massacro della donna mentre il maschio pregava la Madonna, ma per la dolce moglie una fatica frenetica. Con la Grande Guerra finì la vita patriarcale migliaia di maschi morirono sul Piave salvarono l’Italia, la situazione era grave, mutilati, invalidi, morenti all’ospedale. Seconda guerra, l’Europa si strappò il cuore milioni di maschi subirono il martirio per accontentare della Germania il delirio, salvarono la democrazia, è questo il loro amore. Nelle pianure russe, nelle immense steppe la fame, la fatica, stretti dal gelo implacabile, dei sovietici subirono l’attacco inesorabile, dalla neve inghiottiti, nulla di loro si seppe. Viene l’armistizio, la sventura li ha azzannati migliaia di soldati sono sepolti senza croce mai più le loro madri ne sentirono la voce dai paesi partono le tradotte dei deportati. I maschi muoiono sulle moderne barricate perché il benessere attuale di sangue gronda…. Ogni oggetto il sangue del maschio lo inonda ogni giorno maestranze nei cantieri schiantate. L’epopea contadina è ormai quasi finita nel bene e nel male è scomparso tutto un mondo misterioso, audace, violento e pur fecondo, la donna contadina tace, ormai è sparita.
Giacomo Abbate
Alla mia Rebecca
Ti auguro di saper affrontare con forza e fiducia le sfide della vita e di saper scegliere con molta cura e saggezza le tue battaglie. Ti auguro un cammino ricco di avventure sapendo scegliere quando fermarti per aiutare qualcuno durante il tuo percorso.
Con attenzione corri i tuoi rischi ascoltando il tuo cuore. Ricordati quanto sei amata e se sarà necessario io ci sarò sempre.
Sono sicuro che mi renderai comunque orgoglioso di te. Con tanto amore per sempre.
Il tuo papà
Riccardo Armellino
8 Marzo
Un giorno per festeggiarle, 364 per proteggerle.
Massimo Bertorello
W le donne
E’ mia intenzione esprimere tutta la mia riconoscenza nei confronti di tutti i soggetti di genere femminile che contribuiscono alla buona riuscita delle attività della Biblioteca e di tutte le attività ad essa correlate.
Andrea Bruzzone
A Lara
A Lara, la protagonista del Dottor Zivago, per la splendida musica che ha ispirato.
Roberto Centazzo
Donna in libertà
Cerca la tua libertà
Cuore labirinto.
Pensieri come capelli d’oro
sfiorano la tua bocca;
difendi la tua voce,
sfuggì lo sguardo
perché tu hai la chiave dell’altrui.
Luca Ferrando
Marinin nonna cara….
Hai conosciuto Davidìn durante il biennio rosso, quando, maestra elementare, andavi ad insegnare la sera, a leggere e scrivere ai portuali… andavi in quella Casa del Popolo di Sampierdarena che poi sarebbe diventata il Circolo Pietro Chiesa; tuo fratello Pippo aveva pregato un suo compagno di aiutarti e proteggerti in caso di possibili ronde squadriste…. poi te lo sei sposato, quel matteottiano tipografo e gli sei stata vicino nella lunga malattia e poi la morte a causa delle botte squadriste; nel 38 perdevi il lavoro e poi nel 28, nasceva mia madre e il 30 sua sorella Teresa, detta Titta; Poi moriva anche lui: Davidìn, l’amore della tua vita. Marinin, nonna cara, restavi sola con le tue figlie ad affrontare leggi speciali, guerra, fame e poi la tragedia dell’occupazione e la fuga sull’Appennino, nascosta come un brigante, tu e le tue figlie. Poi la Liberazione, hai contato quelli che non erano tornati, non ti sei persa d’animo, anche se tutto il resto lo avevi perso; hai tenuto unito un gruppo di cugine, madri, zie , cognate……….Ho avuto l’onore di conoscerti e di averti vicino nei primi 10 anni della mia vita; conoscere te e quel cronismondo femminile che ho battezzato “donne del Cazùn”. Ricordo di te la completa totale mancanza di odio e di rancore, ne avresti avuto motivo; la tua è stata una grande lezione di vita che ha contribuito ad essere quello che sono oggi più, molto di più dei titoli accademici. Buon 8 marzo, compagna Marinin; mi auguro che tu sia in quella Gerusalemme celeste della quale a volte parlavi…. li, se ci sei, avrai ritrovato il tuo Davidin.
Roberto Finessi
A Giulia
“… a te Giulia che quel giorno lontano di qualche anno fa sei venuta in Liguria per caso, a te Bianca che un anno e mezzo fa sei nata a Pontinvrea ed era già destino che rimanessi in Liguria e che ci riempi la vita, a te Aurora che ancora non vedi nulla forse ma senti me e la mamma parlare e Bianca abbaiare, non hai ancora visto nulla ma ti prometto che il mondo è bellissimo…..”
Auguri a tutte le donne del mondo!
Davide Leoncini
Ode alla donna
L’ essere più speciale della terra è la Donna che sia figlia madre nipote o nonna di te sulla terra è speciale la presenza infatti a te l’uomo deve l’esistenza.
Deve darti rispetto e amore perché sei uno speciale dono del Signore.
Tu che sai fare più cose insieme e tu che ti curi di tuo figlio da quando è un seme a te donna dono una poesia che ti elogi com’è giusto che sia. L’8 marzo è la tua festa ma bisogna onorarti ogni giorno senza richiesta perché sei l’essere più sensibile tenero e solare che un uomo possa mai desiderare
Tu che dai il significato ad ogni cosa esistente perché senza di te il tutto sarebbe niente.
Sorridi e si illumina l’universo senza di te tutto è buio e mi sento perso . Quando parli sento la più dolce melodia che forma le note della vita mia una musica che è la più bella canzone che ci sia perché sento te donna della vita mia.
Mat Gala
Pensiero
L’importante non è stare insieme, ma condividere la gioia che si trova nello stare insieme.
Francesco Parisi
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