Elena Gianasso, cura per quilianonline.it la sezione cultura e spettacoli.
È una divoratrice di libri e film, ma soprattutto coltiva la passione per scrittura e arte. Questa passione oltre che personale la spinge a convincere gli altri della bontà delle proprie letture. Ecco il suo primo “consiglio di lettura”.
LA RICAMATRICE DI WINCHESTER DI TRACY CHEVALIER
ELENA GIANASSO
ECCO I MIEI PERCHÉ
Amo leggere storie di tutti i tipi, non i racconti, perché ho bisogno di tempo per entrare profondamente nelle pieghe di una storia, i libri per me sono viaggi che ti permettono di incontrare nuovi amici. Con la lettura vivi mille vite e diventi protagonista di ciò che stai leggendo. Spesso girando l’ultima pagina di un libro, prima di iniziarne uno nuovo mi accorgo che alcuni personaggi mi sono rimasti dentro e mi ritrovo a pensare ad alcuni di loro anche tempo dopo la lettura. Ogni libro se letto con passione ci regala qualcosa che ci resta dentro per sempre.
Un pomeriggio scorrendo i titoli delle novità ho ritrovato una autrice che avevo conosciuto anni addietro grazie alla mia passione per il bookcrossing (scambio di libri o libri viaggianti abbandonati al proprio destino in cerca di nuovi lettori), Tracy Chevalier che avevo conosciuto con “La ragazza con l’orecchino di perla”, una storia che coniugava perfettamente arte e finzione.
UN LIBRO SULLE DONNE PER LE DONNE
Mi aspettavo una storia con una accurata ambientazione storica come è nel suo stile, la scrittura lineare e coinvolgente che ti attacca alla pagina, un libro dalla parte delle donne ma quello che mi ha lasciato di stucco sono le moderne tematiche affrontate e come la scrittrice statunitense riesca ad incastonarle perfettamente in una storia che si svolge in un’epoca così lontana dalla nostra. Durante la lettura ho compreso la psicologia dei personaggi percependo i loro sentimenti, ho anticipato le loro azioni, ci ho messo dentro i miei “vorrei che” e alla fine sono rimasta stupita di come tutti i tasselli si siano incastrati al loro posto. Per alcuni può essere una storia senza il lieto fine classico ma è un romanzo in cui il mondo femminile si prende la sua rivincita verso una società prettamente maschile dimostrando come il coraggio di lottare e credere in se stesse ripaga e che la felicità non risiede nella tradizione.
IL CORAGGIO DELLE SCELTE IN UNA SOCIETÀ MASCHILISTA
“La ricamatrice di Winchester”, è un libro che affonda le radici in una società maschilista, colma di pregiudizi e ipocrisie. Questo è un libro sul coraggio delle proprie scelte, sull’emancipazione, in cui le uniche figure coraggiose sono rappresentate appunto dalle donne.
La ricamatrice del titolo è una giovane ragazza di nome Violet Speedwell. Una giovane donna, considerata dalla società “una donna in eccedenza”, ovvero una signora che negli anni 30 in Inghilterra non è riuscita ad andare in sposa a chicchessia, il fidanzato Laurence era morto in guerra. La ragazza, in cerca di indipendenza e in fuga da una madre alquanto burbera e pressante, che la giudica male in continuazione, decide di rifiutare un ruolo di futura badante materna che le sta stretto e trova lavoro come segretaria e dattilografa a Winchester, lontano dalla famiglia. E’ un salto nel buio, e ha un prezzo da pagare in termini di sacrifici. Durante uno dei tanti giorni in cui è intenta ad ambientarsi scopre il gruppo delle ricamatrici della cattedrale di Winchester ed è in un altrettanto momento di curiosità e d’impeto che decide di iniziare a seguirne le lezioni. Il suo sogno è quello di cucire un cuscino da destinare ai fedeli ma è anche un modo per lasciare parte di sé nel tempo, per lasciare una traccia della sua esistenza in un tempo effimero che se ne va, non avendo lei stessa creato una propria famiglia.
MUSICA E RICAMO, IL TEMA CENTRALE È L’ARTE
È in questo contesto che Violet conosce Gilda colei che le presenterà Arthur, il campanaro dagli occhi azzurri e luminosi come schegge di vetro, che le farà battere nuovamente ma che non sarà capace di avere il coraggio che permea invece la vita della protagonista.
Violet, però, non è l’unica a testimoniare quanto sia difficile per una donna farsi strada e affrontare una società che, per quanto civile e “moderna”, dimostra un umiliante e opprimente maschilismo, spesso alimentato, paradossalmente, dal medesimo gentil sesso.
Pur essendo una donna libera sessualmente che sopperisce alla mancanza di un uomo nella propria ripiegando tristemente su quelli che chiama gli uomini dello sherry, la cui compagnia poteva andar bene giusto per una notte, Violet stessa all’inizio si dimostra condizionata dalla società in cui vive mostrando disagio di fronte alla scoperta della strana relazione tra due colleghe ricamatrici su cui gravano maldicenze e riprovazione sociale. Gilda, Dorothy e anche la non più giovane signorina Louisa Pesel, personaggio autorevole delle ricamatrici, sono figure molto più intelligenti e autorevoli di qualsiasi uomo.
DETTAGLI STORICI E REALTÀ SOCIALE
La realizzazione femminile passa attraverso quella professionale e il coraggio di disporre di se stesse senza condizionamenti né imposizioni. Il romanzo pur di fantasia ha alla base una minuziosa ricerca e documentazione storica, infatti la figura della signora Pesel e i ricami della Cattedrale di Winchester, a come si apprende da una nota finale, non sono fantasie della penna della Chevalier. La storia si sviluppa ed arriva ad un finale inaspettato e moderno avendo come sfondo l’ascesa di Hitler in Germania, un altro aspetto che conferma come nella scrittura di Tracy Chevalier si fondino perfettamente finzione e realtà storica. La scrittrice statunitense ci accompagna in due mondi paralleli, quello del ricamo e quello dei campanari, due forme d’arte, una destinata a restare nei secoli attraverso i cuscini ricamati per la cattedrale, l’altra di più breve durata (la musica) ma comunque utile per distrarsi dalle difficoltà della vita e dai propri fantasmi. L’arte del ricamo non è più un passatempo da zitelle (per riprendere l’impietosa definizione data dalla madre della protagonista), ma è quel qualcosa di cui si ha profondamente bisogno – come afferma invece il campanaro Arthur – per liberarci da noi stessi.
UN ANTICIPO
“[…] Violet scoprì che ricamare non era poi così diverso da battere a macchina, però dava più soddisfazione. Una volta che ci avevi preso la mano, diventava perfino rilassante e potevi dimenticare ogni altro pensiero, concentrandoti unicamente su ciò che avevi davanti. La vita allora si riduceva a una sfilza di punti blu che s’intrecciavano sul canovaccio, uno sprazzo di rosso che pian piano diventava un fiore. Invece di redigere documenti per persone che non avrebbe mai conosciuto, Violet vedeva nascere sotto le sue dita figure dai colori vivaci. […]”
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