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LO SCRITTORE CONSIGLIA

LA CASA DELLE VOCI DONATO CARRISI Riccardo Bianco risiede a Quiliano. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Come autore ci consiglia […]

LA CASA DELLE VOCI

DONATO CARRISI

Riccardo Bianco risiede a Quiliano. Autore lui stesso, è stato finalista in premi letterari. Ha pubblicato “Ci scusiamo per il disagio” che è la sua prima collezione di racconti autopubblicata, ma anche racconti brevi come “Nata sulla Luna”, “La casa in affitto” “Stasera cucino io”. Come autore ci consiglia libri e letture guidandoci in modo accorto e intelligente. Questa volta ha scelto un thriller, come è la sua passione prevalente: La casa delle voci, un lavoro di Donato Carrisi.

I MIEI PERCHÈ

RICCARDO BIANCO

Chi è appassionato e informato sul panorama letterario, soprattutto italiano, e chi drizza le orecchie appena sente parlare di thriller, non potrà essersi perso l’ultima uscita dalla penna di Carrisi. Uno scrittore che viene facilmente accostato ai grandi giallisti e a cui non ha nulla da invidiare. Devo ammettere di essere un po’ di parte avendo letto e apprezzato tutti i suoi libri, oltre i film di cui è stato regista, ma questa è un’altra storia.

La sua ultima creazione si intitola “La casa senza ricordi”, ma non è di questo in particolare che vi voglio parlare, anche perché probabilmente non ancora disponibile nella biblioteca di Quiliano. Oggi vi racconterò invece “La casa delle voci”, il prequel. Consiglio di leggerlo per primo non solo perché direttamente collegato, ma anche perché molto più intrigante. Sì, lo confesso. L’ultimo romanzo di Carrisi mi ha lasciato un po’ perplesso, specialmente per il finale perché dopo un’ennesima storia scritta magistralmente, in grado di coinvolgere il lettore e smuovere le viscere toccando anche temi molto sensibili come i figli, una volta girata l’ultima pagina si rimane un po’ a bocca asciutta, impastata, come se avessimo sbattuto con la faccia dritti dentro un mucchio di sabbia.

Tutt’altra cosa con “La casa delle voci” dove la storia è altrettanto coinvolgente e il finale, per quanto inaspettato non lascia del tutto incompleti. È chiaro che tutti i fans si aspettano un terzo libro sulle vicende dello psicologo infantile Pietro Gerber e sicuramente lo scrittore avrà già qualcosa di pronto nel cassetto, o così ci piace fantasticare, altrimenti sarebbe proprio una beffa.

 

“Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della terra. Oppure, il più pericoloso”.

 

Chi invece non sta vivendo questa sensazione di trepidante attesa, può tranquillamente prendere in mano il primo libro di questa saga e addentrarsi nelle oscurità delle menti acerbe, eppure a loro modo macabre, dei bambini. Piccole creature, riflesso dell’innocenza, che a volte nascondono nel proprio candore segreti tremendi e inenarrabili, come un pozzo nero e profondo di cui non riusciamo neanche a immaginare il fondo.

Il ruolo dello psicologo è proprio quello di fare luce nella loro oscurità e riportare indietro le anime perdute, comunicando con loro, attraverso l’ipnosi.

Ma anche un esperto nel suo campo come Pietro Gerber si troverà spiazzato quando il bambino perduto sarà da ricercare nella mente ormai adulta della sua nuova e stravagante paziente. Una donna che ha vissuto una vita nomade, sola con i suoi genitori, a rincorrere le sue innumerevoli personalità come delle voci che fanno da eco in una casa vuota, lo stesso luogo dove sembra essere cessata per sempre la sua infanzia.

 

“Gli estranei sono il pericolo. Fidati solo di mamma e papà”.

 

Nel romanzo non mancano i colpi di scena e il ritmo è incalzante fin dal principio. Non potrete staccarvi dagli eventi che si susseguiranno frenetici come su una montagna russa di carta. Attraverso pericolosi giri della morte fino allo sconvolgente finale, che come le storie importanti della nostra vita stravolge gli equilibri aprendo delle ferite che diventeranno cicatrici, Carrisi ci guida attraverso questo nuovo mistero.

Quindi “La casa delle voci” assolutamente sì se avete voglia di leggere un bel thriller, impegnativo il giusto, ma anche abbastanza rapido. Il seguito, e forse quello dopo ancora, ovviamente verranno da se, ma questa è un’altra storia ancora.

 

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