Oggi, 23 ottobre, ricorrono i cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, buon compleanno al maestro della fantasia
ELENA GIANASSO
“Tante sono le forme che Gianni Rodari ha saputo dare alla fantasia, tramite invenzioni che rimangono insuperabili “. Ogni biblioteca è depositaria delle sue opere. Queste le proposte di lettura della biblioteca civica di Quiliano:
Cento Gianni Rodari. Cento filastrocche. Cento illustratori.
La grammatica della fantasia
Favole al telefono
Promosso più due (Una fiaba in tasca)
L’uomo che rubava il Colosseo (Una fiaba in tasca)
La strada di cioccolato (Una fiaba in tasca)
Una viola al Polo Nord (Una fiaba in tasca)
Il cacciatore sfortunato (Una fiaba in tasca)
Il giovane gambero (Una fiaba in tasca)
Le avventure di Cipollino
Il libro dei perché
Il libro degli errori
La torta in cielo
Storie di Marco e Mirko
Filastrocche lunghe e corte
Filastrocche per tutto l’anno
Filastrocche in cielo e in terra
Storie di re Mida
Novelle fatte a macchina
La freccia azzurra
C’era due volte il barone Lamberto
Il secondo libro delle filastrocche
Gli affari del signor Gatto
Tra i banchi
Zoo di storie e versi
Versi e storie di parole
I viaggi di Giovannino Perdigiorno
La gondola fantasma
Marionette in libertà
La favolette di Alice
Gianni Rodari è nato a Omegna nel 1920. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera». A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia.
Negli anni Sessanta e Settanta ha partecipato a conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, bibliotecari, genitori, alunni. E proprio dagli appunti raccolti in una serie di questi incontri ha visto la luce, nel 1973, Grammatica della fantasia, che è diventata fin da subito un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia. Gianni Rodari è morto a Roma nel 1980. Tra le sue opere più significative: Le avventure di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori, C’era due volte il barone Lamberto.
Rodari con le sue storie, i suoi giochi di parole, le filastrocche ci ha svelato che la fantasia ci rende liberi, non c’è limite all’immaginazione e proprio questa libertà può aiutarci ad avere uno sguardo positivo verso il futuro.
“La fiaba, per Rodari, è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”. I bambini devono saper inventare, lo stesso Rodari mandava due scolari agli angoli opposti della lavagna a scrivere una parola: dall’incontro-scontro di quelle due parole diverse nascevano storie e collegamenti imprevedibili. Come quelli che suggeriva lui, magari incrociando due favole agli antipodi e giocando a sbagliare, per esempio mettendo Pinocchio nella casetta dei sette nani o Cappuccetto rosso su un elicottero.
Rodari dimostra che basta poco per far partire l’invenzione: magari l’uso di un “prefisso arbitrario”, come per esempio una “s” davanti alle parole, in modo da stravolgerne il significato; o anche un errore di battitura in un testo, che lui considerava un “errore creativo”, l’avvio di una nuova incredibile avventura fatta di parole.
Ma lo scrittore, pedagogo, pacifista non è autore solo per bambini ma per gli uomini e le donne della società moderna, per risvegliare il loro “bambino nascosto”.
A che cosa servono le fiabe? Le fiabe “servono all’uomo completo. Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del prodotto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e bisogna cambiarla. Per cambiarla occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione”, scriveva Rodari nel suo volume La grammatica della fantasia.
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