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COME SI “SEGNAVA” LA SCIATICA

In un passato in cui non esistevano cure e medicinali efficaci, guaritori e guaritrici con un “dono” speciale praticavano le segnature. Interpretate come un atto d’amore verso il prossimo, venivano utilizzate per guarire persone da malattie, disturbi del corpo e dell’anima. Uno tra questi, la sciatica. SABRINA ROSSI     Prosegue il nostro viaggio tra […]

In un passato in cui non esistevano cure e medicinali efficaci, guaritori e guaritrici con un “dono” speciale praticavano le segnature. Interpretate come un atto d’amore verso il prossimo, venivano utilizzate per guarire persone da malattie, disturbi del corpo e dell’anima. Uno tra questi, la sciatica.

SABRINA ROSSI

 

 

Prosegue il nostro viaggio tra riti magici, esoterismo e antiche tradizioni, che un tempo venivano praticati in assenza di trattamenti e cure efficaci.
Per i lettori di Quilianonline, oggi parleremo di come un tempo si curava la sciatica. Si tratta di un’infiammazione del nervo sciatico, causando un dolore acuto che dalla zona sacrale prosegue lungo la parte posteriore della gamba. Oltre al dolore, può provocare formicolio, debolezza muscolare, intorpidimento, difficoltà motorie.

Il dolore alla sciatica era più difficile da “segnare” rispetto a un semplice mal di schiena. Le guaritrici, o i guaritori, utilizzavano tra loro metodi differenti, sempre con lo scopo di liberare il “paziente” dal male. In passato oltre i guaritori di vermi, quelli di sciatica erano i più ricercati. Svolgevano questa “missione” come un lavoro a tempo pieno, si creava una lunga coda di malati davanti alla loro porta e provenienti anche da paesi più lontani.

Secondo la tradizione popolare, il metodo più diffuso consisteva nel segnare l’arto dolente con un pezzo di spago, facendo con questo tre segni di croce. Successivamente il guaritore volgeva le spalle al “paziente” e, davanti a una immagine sacra come la raffigurazione della Madonna o di Cristo, recitava una preghiera segreta. Il malato poi veniva invitato a pregare nella propria casa tre Pater, Ave e Gloria per tre volte al giorno. Doveva anche tornare dal guaritore per i due giorni successivi per ripetere la segnatura. Al termine dei tre giorni, gli veniva consegnato lo spago utilizzato per il rito da consegnare in una tasca dei pantaloni o nel portafoglio: se lo spago spariva o andava perso, allora il “paziente” poteva ritenersi guarito.

Un altro metodo, sempre secondo l’usanza popolare, era il rito della candela. Questa volta i tre segni di croce sulla parte dolente per tre giorni consecutivi venivano fatti con una candela benedetta. Al termine dell’antico rito, il malato doveva accenderla davanti a un’immagine sacra, in genere quella della Madonna, indicata dal guaritore.

Per “curare” la sciatica si poteva anche prendere un bicchiere d’acqua e fare il segno sull’acqua recitando una formula segreta per tre giorni consecutivi, ma in nessun caso si trattava di una benedizione o di un rito religioso.

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