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GIOCHI IN MOSTRA A VILLA MARIA

Venerdì 31 maggio alle ore 17 riapre Villa Maria con una mostra di giocattoli in latta.  L’appuntamento s’intitola :” Demôe, giochi, giocattoli, oggetti, pubblicazioni dalle raccolte del collezionista Marco Tripodi”. Alla mostra sono visibili anche video e foto di alcuni degli oggetti esposti che sono stati ambientati per renderli più attuali e interessanti. L’opera è […]

Venerdì 31 maggio alle ore 17 riapre Villa Maria con una mostra di giocattoli in latta.  L’appuntamento s’intitola :” Demôe, giochi, giocattoli, oggetti, pubblicazioni dalle raccolte del collezionista Marco Tripodi”. Alla mostra sono visibili anche video e foto di alcuni degli oggetti esposti che sono stati ambientati per renderli più attuali e interessanti. L’opera è di tre videomaker quilianesi: Renato Barbano, Piero Delfino, Silvio Rossi.

La mostra prende il nome da DEMÔE, giochi, in dialetto savonese,  DEMOÂSE, giocare, è un termine affascinante che conserva le suggestioni antiche dell’originario latino demorari,  indugiare, attardarsi, perdere tempo…Perdere tempo, ma divertendosi.

Marco Tripodi, è il collezionista che ha messo a disposizione una parte della propria immensa raccolta di oggetti. Vanta una collezione di migliaia di giocattoli in latta, una quindicina di auto a pedali, alcune rarissime, in legno, di inizio del secolo scorso, circa 3 mila fumetti, 300 album di figurine, 10 mila poster di film. Poi diorami, migliaia di soldatini, migliaia di libri, almeno 500 libri che parlano solo di Savona, centinaia di rarissime testate storiche giornalistiche, alcuni numeri unici. Collezioni complete che vanno da Tex Willer al Corrierino dei Piccoli. Una straordinaria raccolta di letterine di Natale, di quelle che si mettevano sotto il piatto dei genitori. E poi…un mare di altre cose, quasi impossibili da elencare.

Ha cominciato a raccogliere materiale quando era un ragazzo, ed era appassionato di politica, in particolare di Risorgimento e Resistenza. Testi, opuscoli, libri, ogni tipo di pubblicazione. Poi è passato agli oggetti. Acquisti, scambi, la sua raccolta ha continuato a crescere e ad avere bisogno di sempre maggiori spazi. Ora i magazzini in cui è riposta tutta la sua enorme e (in parte) sconosciuta raccolta, non si contano più.

Se gli si chiede perché è un collezionista e qual è il settore che preferisce, lui risponde che non è l’oggetto in sé ad interessarlo, ma la storia che questo racchiude, quello che rappresenta. Non ho, dice, un campo preciso, ma la narrazione che mi suggerisce quel reperto. Non è il giocattolo come manufatto, ma la sua contestualizzazione storica: pensare che per acquistare quel gioco occorreva un mese di stipendio di un alto dirigente, il raffrontare quei costi con la vita di tutti i giorni, studiare il sistema di produzione e distribuzione, significa iniziare un viaggio nelle emozioni, di una forza straordinaria. Un pezzo raro, a volte unico, rappresenta un tesoro, soprattutto se si pensa che la fabbrica che l’ha costruito poi è stata riconvertita per passare da un’industria del gioco, della pace, della festa, a un polo militare destinato alla guerra. E, nel cambio si sono perse competenze, valori, qualità, speranze. Così dietro a un locomotore c’è  un “treno” di emozioni, fatti, considerazioni che rendono quell’oggetto unico e imperdibile.

Di questi oggetti Marco Tripodi ne ha migliaia, ma il sogno, l’emozione, il palpito per ognuno di essi è unico.

Video:

https://youtu.be/Dn40xuODFu0

 

 

 

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