“E poi il futuro”, è stato un nuovo spettacolo, una sperimentazione più che un esperimento di come si possa con talenti, idee e un minimo di struttura realizzare un progetto significativo e importante, sicuramente di grande richiamo tra teatro, musica e conoscenza. Venerdì sera il giornalista e scrittore Massimo Cotto, l’attrice Chiara Buratti, il cantautore Mauro Ermanno Giovanardi, voce dei La Crus, e il chitarrista Marco Carusino hanno dato vita a uno spettacolo singolare, riuscito e molto apprezzato. Si è trattato di un vero e proprio confronto interattivo fra attori e pubblico che, artefice Roberto Grossi, ha dato vita al quarto appuntamento della stagione teatrale “Parole e Musica”. La rassegna è costituita da cinque spettacoli, realizzati e promossi grazie alla collaborazione tra l’Associazione Teatro Nuovo Valleggia, l’Amministrazione comunale di Quiliano, che con il patrocinio ha voluto essere lo starter di questo progetto e che grazie alla Fondazione de Mari ha il necessario supporto finanziario. Piccolo teatro, amministrazione intelligente, un creatore intellettuale, ottimi protagonisti e il miracolo avviene. Una lezione importante e da diffondere.
“E poi il futuro”, è stato uno spettacolo interattivo dove il pubblico stesso è stato chiamato dai protagonisti a scegliere temi e personaggi della musica contemporanea e poi, per ogni scelta effettuata, l’efficacia narrativa, il profondo sapere di Massimo Cotto hanno introdotto e contestualizzato l’argomento con aneddoti, circostanze, retroscena, divertenti e poco conosciuti che hanno fatto rivivere ai presenti aspetti musicali, storici di grande rilievo e di sicuro richiamo. Un juke-box emotivo possibile grazie alla conoscenza della materia di Cotto e alla sua padronanza degli eventi. Il giornalista ogni volta ha poi innestato l’arte dei presenti: Mauro Ermanno Giovanardi che ha regalato suggestioni straordinarie sia con il proprio repertorio sia eseguendo pezzi di De André ed Endrigo e Chiara Buratti, sensibilissima e coinvolgente performer dotata di grande mezzi vocali e interpretativi, che hanno guidato il pubblico in uno straordinario viaggio attraverso il tempo, le occasioni, i personaggi. Il tutto con la musica e la tecnica (straordinarie) di Marco Carusino, un artista in grado di evocare atmosfere coinvolgenti e di essere un sopporto magistrale ai colleghi. Quasi due ore di spettacolo, volate che hanno tenuto inchiodato il pubblico (numeroso e partecipe) alle poltrone. Un esperimento riuscito in cui la strada iniziata da Roberto Grossi merita di essere continuata e supportata con entusiasmo.
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