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LA MADONNA NERA

“Nigra sum, sed formosa” (Nera sono, ma bella) GIUSEPPE TESTA Un recente pellegrinaggio al Santuario di Oropa (Biella) mi stimola a riproporre due parole sulle “Madonne Nere” (o brune o scure), di cui abbiamo una versione “particolare” nelle nostre zone: la presenza della Madonna della Misericordia “Nera” nella cappella di S. Anna alle Tagliate di […]

“Nigra sum, sed formosa” (Nera sono, ma bella)
GIUSEPPE TESTA
Un recente pellegrinaggio al Santuario di Oropa (Biella) mi stimola a riproporre due parole sulle “Madonne Nere” (o brune o scure), di cui abbiamo una versione “particolare” nelle nostre zone: la presenza della Madonna della Misericordia “Nera” nella cappella di S. Anna alle Tagliate di Quiliano.
Un accenno sulla cappella delle Tagliate: fu voluta dai marchesi De Mari, proprietari del vasto bosco ivi esistente, per consacrare un luogo e per la cura d’anime della comunità, disseminata in cascine, che qui viveva e lavorava.
Era il 3 ottobre del 1723 (un anno circa dopo l’acquisto dei De Mari) quando fu consacrata la prima costruzione, che risultava un edificio isolato nel bosco. Nel 1830 circa fu edificata una chiesa più grande, ed una casa padronale attigua, che inglobò la primitiva costruzione sacra (oggi identificabile con la cucina della casa).
La curiosità è che la Vergine, e gli angioletti, hanno la pelle scura: la presenza del beato Botta e di altri particolari ci fanno identificare con precisione l’iconografia di N.S. della Misericordia. Come possiamo spiegare questa particolarità? Partiamo da lontano…
Perché spesso la Madonna è Nera?
Quante sono le Madonne nere esistenti? Secondo un censimento sono state “schedate” 745 (per altri 741) rappresentazioni mariane dall’incarnato scuro nella sola Europa (oltre 400 sono in Francia).
Prima di disquisire, dobbiamo evitare di ragionare con la mente, le esperienze e gli occhi di persone del III millennio (anche se appena iniziato). Dopo le apparizioni mariane degli ultimi due secoli (es. Fatima, Lourdes, Međugorje ecc.), le nostre devozioni si sono concentrate su Madonne, potremmo dire, più moderne, ma in passato avevamo un altro modo di “vedere” la madre di Cristo.
Ai tempi dell’Impero Romano il mondo (conosciuto) era cosmopolita: alcuni imperatori erano africani, cosi come Sant’Agostino, sua madre Santa Monica (rappresentata in abito da monaca classico bianco e nero) e tantissimi altri Santi. Allora la differenza era tra chi era cittadino romano, e condivideva gli ideali di Roma, e chi era schiavo o barbaro, cioè senza diritti (e doveri). Con l’avvento del cristianesimo, inizialmente irradiato nel Medio Oriente ed in Egitto, era naturale rappresentare Santi e Madonne col volto scuro, tipico della zona. Allora era impensabile Gesù biondo con barba e capelli lisci, quando sicuramente questi erano neri e crespi. Quindi la Madonna era nera, o, per lo meno, con la pelle abbastanza scura. Essendo palestinese poteva avere la pelle un po’ meno chiara delle europee. Ma andiamo con altre ipotesi.
Nell’antico Egitto, erano molto diffusi gruppi lignei in ebano che rappresentavano Iside con il figlioletto Horus in braccio che i Copti resero funzionali ai riti cristiani con l’aggiunta di una croce. L’iconografia originale che identificava la dea Iside la raffigurava comunque nera in quanto la dea rappresentava la notte che partoriva l’alba, cioè il Dio sole. Successivamente, con la diffusione del cristianesimo, si è avuta un’identificazione del culto isiaco con quello mariano.
Questi simulacri furono diffusi in Europa dai Crociati, e dai pellegrini che ritornavano, cosicchè questo culto si diffuse molto dopo il XII secolo.
Per contro c’è un certo parallelismo con l’Europa, dove vi erano già dei culti pagani con aspetti simili. Per alcuni, poichè anticamente il nero (per i cristiani il nero rappresentava invece la morte o il male) simboleggiava la terra e la fertilità, esse rappresenterebbero il sottile legame con il culto della dea madre e, quindi, con le divinità pagane.
Secondo alcuni, infatti, sarebbe più corretto considerare i simulacri delle Madonne nere legati a divinità gallo-romane, con richiami ai culti della fertilità e del parto, venerate in cripte sotterranee.
Molti santuari dedicati alla Madonna sarebbero la riproposizione di culti più antichi e famosi.
Per altri ancora le immagini e le statue delle Madonne nere sarebbero state originariamente chiare, e divenute scure nel tempo per la continua esposizione al fumo delle candele, o per i frequenti lavori di ripristino dei colori originari che, inevitabilmente, ne avrebbero alterato i tratti, scurendoli. La questione appassiona a tal punto che al Santuario piemontese di Crea si è tenuto un convegno internazionale sulle Madonne Nere. Qui è emerso che esistono anche Madonne “sbiancate”, cioè schiarite dopo un’operazione di restauro, ma che la gente continuava a venerare come nere o brune.
Altre leggende, tutte simili, raccolte in Europa narrano di Madonne che sono miracolosamente scampate ad incendi, restando leggermente incenerite. Però i rari documenti smentiscono, in quanto ci dicono che le Madonne erano già nere prima.
Nell’Italia meridionale sono molto diffuse le icone di Santa Maria di Costantinopoli, nelle quali l’immagine della Madonna ha effettivamente caratteri somatici medio-orientali. Anche per le numerose icone mediorientali, introdotte in Europa dai pellegrini, e per quelle successivamente riprodotte, fu mantenuta la colorazione originale scura.
Molte sono, nel mondo, le chiese dedicate alla Madonna di Loreto, scura anch’essa. Il culto prese forma dal santuario di Loreto (Ancona), ma furono soprattutto gli spagnoli che lo diffusero nei loro possedimenti, specialmente nel “Nuovo Mondo”. Un’altra Madonna nera molto amata è quella venerata ad Oropa.
Ed è forse qui, a Biella, la soluzione del “giallo” delle Tagliate. Dai ricordi e dalle testimonianze raccolte degli abitanti del luogo vi è la conferma dello straordinario attaccamento di questi con il culto della Madonna di Oropa. In tutte le cascine vi era una immagine pittorica di questa Madonna. Ma qui nel Savonese è anche fortissimo il culto della Madonna della Misericordia, per cui l’affresco sembra il compromesso tra il culto biellese e quello savonese… in fondo la Madonna è una sola, adorata in varie “sfumature”.
In definitiva, come ipotesi personale, mi sembra di percepire la volontà di accontentare i braccianti della zona, legati alla Madonna nera, con quella dei Marchesi, probabilmente più legati alle apparizioni della Madonna della Misericordia del Santuario di Savona.
Esiste per concludere un riferimento (il solo) che si può trovare nella Bibbia: questa è la definizione della sposa nel Cantico dei Cantici. “Nigra sum, sed formosa”, cioè “nera sono, ma bella”. La maggioranza dei biblisti è propensa a credere che la frase si riferisca alla Chiesa e non alla Madonna.
La curiosità delle Madonne nere appassiona come un enigma, che probabilmente resterà tale.
Il santuario di Oropa
La Madonna nera delle Tagliate
L’antica statua della Madonna di Oropa
La nicchia con la sacra immagine
L’apparizione mariana al santuario di Savona
Iside con il piccolo Horus

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