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LA STREGA E IL CANE NERO

La tradizione è il volto di un popolo. Ci aiuta a scoprire le sue caratteristiche, le sue usanze, la sua storia. La difende, la custodisce gelosamente e la tramanda alle generazioni future in modo da non poterla mai dimenticare. SABRINA ROSSI   Quello che raccontiamo oggi è il caso della nonna di Roberta Revello, abitava […]

La tradizione è il volto di un popolo. Ci aiuta a scoprire le sue caratteristiche, le sue usanze, la sua storia. La difende, la custodisce gelosamente e la tramanda alle generazioni future in modo da non poterla mai dimenticare.

SABRINA ROSSI

 

Quello che raccontiamo oggi è il caso della nonna di Roberta Revello, abitava a Faja ma era originaria della Nuxetta sopra Roviasca.
Da bambina spesso le raccontava la storia del cane nero, una storia fantasiosa che porta nel cuore insieme a tutti i ricordi della cara nonna. E ora Roberta la racconta a noi.

 

La borgata di Faja vista dal crinale sovrastante

“C’era una volta, da qualche parte sulle alture del Quilianese, una famiglia che aveva una mucca. – racconta – Questa mucca si era ammalata e stava morendo. I membri di quella famiglia passavano giorni interi e notti nella stalla ad accudire l’animale, cercando di impedirne la morte.
Uno di loro ad un certo punto si accorse di un cane nero che per diverse notti era passato davanti alla stalla. Cominciò a farci caso, e vide che il cane nero tutte le notti passava puntualmente davanti alla loro stalla.
Allora gli sorse un dubbio. Nei pressi della loro abitazione viveva una vecchia solitaria, che aveva fama di essere una strega. Parlò con gli altri parenti, esternando l’opinione che la vecchia strega si potesse essere trasformata in cane nero per gettare un maleficio sul loro animale. Anche gli altri concordavano con questa supposizione, ma non volevano recarsi dalla vecchia e correre rischi con lei.
Uno di loro propose di aspettare il cane, con un fucile, per ucciderlo. Almeno, se la ragione fosse stata davvero quella, si sarebbe tentato di fermare la maledizione e di far guarire la povera mucca.
Dunque una volta, uno degli uomini si apposta nottetempo nei pressi della stalla, imbracciando un fucile, e quando vede passare il cane gli spara. Il cane nero riesce a fuggire, ma viene colpito ad una zampa.
Da quel momento la mucca guarì.
Nei giorni successivi alcuni abitanti delle alture videro passare la vecchia solitaria: aveva una gamba ferita e zoppicava!”

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