Alla scoperta del buen ritiro di famiglie nobili ed esploratori sotto lo sguardo vigile della curia savonese. Un viaggio lungo la storia da Camillo Garroni a Filippo Turati e Sandro Pertini percorrendo un insieme di straordinarie e ormai quasi uniche vestigia del passato urbanistico del Savonese: le “crose”, strade vicinali, tinte di sangue e cantate dai poeti.
ELENA GIANASSO
L’antico borgo sopra Quiliano fu meta di famiglie genovesi che volevano lasciare la città, e rilassarsi nella quiete delle campagne liguri. La contessa Luisa Bruzzone, vedova dell’esploratore Giacomo Bove, dimorò a Villa Pertusio.
VILLE FRA CROSE E FIORI
Il nostro percorso dura circa un’ora e mezza con un dislivello di 100 metri, con partenza dalla chiesa San Salvatore di Valleggia, percorrendo poi la piazza in direzione della collina, vicino alla rotatoria si svolta per imboccare via Vietta costeggiando i giardini pubblici. Via Vietta, dopo un primo tratto asfaltato, si trasforma in un sentiero delimitato sulla destra da un muro di cinta. Dopo aver passato il ponte autostradale attraverso una “crosa” fiancheggiata da muri si raggiunge località Pertusina, dal cognome degli antichi proprietari, i Pertusio.
LA VEDOVA E LE PROCESSIONI
Alla Pertusina sorge l’edificio più volte ristrutturato, caratterizzato da due torrette dove all’inizio del Novecento abitò la contessa Luisa, vedova dell’esploratore Giacomo Bove https://www.quilianonline.it/cultura/la-vedova-dellesploratore/ Percorrendo poi la strada asfaltata lungo la ferrovia si giunge alla cappella seicentesca dedicata all’Immacolata Concezione. Presso la cappella si festeggiano le ricorrenze della devozione mariana, la festività dell’otto dicembre e la chiusura del mese di maggio, mese mariano con la suggestiva processione notturna alla luce delle candele.
Sul muro antistante la cappella era presente una antica immagine marmorea della Madonna della Misericordia, posta a protezione degli abitanti e dei viandanti che passavano per il Borgo. In tempi recenti, a seguito di un restauro il bassorilievo cinquecentesco è stato sostituito da una copia.
LA DIMORA DEL VESCOVO
Proseguendo lungo la caratteristica Via Concezione si possono notare le alte mura costruite per delimitare e proteggere le proprietà. Si entra nell’antico borgo di Tiassano, citato già in documenti del XII secolo ma probabilmente nato in epoca romana come indica il toponimo di derivazione prediale. L’etimo “Tiassano” sembra ricondurre a “terra sana” per indicare un luogo salubre posto in alto rispetto alle paludi della piana.
Nel medioevo il vescovo di Savona aveva a Tiassano alcuni terreni e un palazzo con case attigue. Nel 1385 papa Urbano IV cedette a Genova le terre vescovili che da allora fino al 1797 fecero parte del “poder” di Genova.
UNA TORRE CONTRO I TURCHI
Il Quartiere si sviluppa lungo il “caruggio” principale con case a schiera, con i caratteristici archi a sostegno delle strutture, sulla destra sorge una torre risalente al XVI – XVII secolo, si tratta di una torre di avvistamento fatta costruire dai genovesi quando alla fine del 1500 i Turchi riapparvero nel Mar Ligure e cominciarono a razziare i paesi della costa.
L’AMBASCIATORE A COSTANTINOPOLI VIVEVA QUI
Accanto alla torre si apre l’ingresso principale alla villa padronale acquistata dalla famiglia Garroni, ad essa era collegata una galleria con pergolato a cui si accedeva da un altro ingresso e che offriva riparo in caso di intemperie. Il parco della Villa custodisce la cappella funeraria della famiglia. Il Marchese Camillo Garroni che fu prefetto in varie città italiane, ambasciatore di Costantinopoli e senatore del Regno usava la villa come luogo di villeggiatura. L’edificio fu bombardato durante la seconda mondiale, è stato poi ristrutturato per ricavarne abitazioni civili. Quasi alla fine del vicolo la visuale si apre su coltivi e su una dorsale in cui spicca la casa che diede rifugio a Pertini e Turati prima della fuga in Francia https://www.quilianonline.it/cultura/pertini-e-quiliano/.
Successivamente con la cattura di Ferruccio Parri e di carlo Rosselli a Savona venne istituito un processo che li vide come imputati e che suscitò clamore fra gli antifascisti dell’epoca. https://www.quilianonline.it/cultura/il-processo-di-savona/
Continuando la passeggiata si imbocca Via Delfino che costeggiando la collina da’ una visione di insieme del quartiere e proseguendo lungo la via si torna in piazza della Chiesa dove c’è il pregevole Oratorio di San Sebastiano.https://www.quilianonline.it/varie/da-roma-alla-fede/ . Di fronte c’è la chiesa parrocchiale, l’edificio oltre al valore storico e religioso ha una particolarità: si ritiene che il pittore che affrescò la volta abbia utilizzato come modelli gli abitanti di Valleggia. E c’è chi giura di averne conosciuto qualcuno. https://www.quilianonline.it/frazioni/valleggia/i-valleggini-di-unavolta/
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