Dalle testimonianze degli storici abitanti, raccolte da Clizia Briano, emerge la storia della località sottostante la strada di Cadibona.
Una comunità dall’identità contadina, con un grande senso di appartenenza alla località di Capanne, ad un chilometro dalla nazionale che attraversa la frazione. Una realtà a cui, nel 2000, è stato dedicato anche un sito Internet.
MARCO OLIVERI
Nella mitologia greca, Clizia è la ninfa innamorata di Apollo che il dio del Sole trasforma in girasole. Sarà per questo che c’è un vaso di girasoli sul tavolo del salotto di Clizia Briano, nella sua casa di via Capanne, località che scende dalla strada di Cadibona, ad un chilometro dalla Nazionale che attraversa la frazione quilianese.
Case antiche, storiche costruzioni in legno, scalini e muri di pietra, alcuni colorati di tinte calde e vivaci, tra vicoli stretti, immersi nel verde intenso delle colline circostanti, interrotto solo dall’autostrada che si scorge in lontananza, tra angoli silenziosi e poetici, le rose, i fiori, piante da cui ricavare lo sciroppo e tanti terreni coltivati.Un ambiente che anche il Comune di Quiliano intende preservare, tramite futuri lavori di ristrutturazione. Un luogo dove si ha l’impressione che il tempo e la vita scorrano più lenti.
Questa, la cornice in cui Clizia è cresciuta e dove tuttora vive, a pochi passi dalla casa dove nacque il padre.
FERMARE IL TEMPO, RACCONTARE LE COSE
Ma Clizia è andata oltre quella cornice, più a fondo, fino al cuore di quella borgata, costituita da volti, voci, immagini, giorni e un ricco passato di vita agricola che ne garantiva la sussistenza. Un’identità precisa che emergeva dai racconti dei contadini più anziani che Clizia ha ascoltato. Così, nei primi mesi del Duemila, quando i siti Internet erano ancora una novità, Clizia ha avuto l’idea di affidare alla rete la realtà di Capanne. Per portare con sé, nel nuovo millennio, quell’autentica umanità contadina e conservare il ricordo di una piccola comunità, racchiusa in spazi limitati, dove le telecomunicazioni arrivavano difficilmente. Una realtà che, negli anni, è cambiata.
«Vedevo il luogo delle mie origini mutare, gli anziani non riuscivano più a svolgere quelle attività che rappresentavano la vita del borgo – racconta Clizia Briano – notavo che aumentava l’abbandono della campagna che in precedenza ospitava viti e campi arati e sentivo il bisogno di rivedere le Capanne che ricordavo quando ero bambina negli anni Settanta e Ottanta e farle conoscere al mondo».
UNA MEMORIA DI COMUNITÀ
L’occasione è offerta dal computer e dalle nuove tecnologie, per cui Clizia è curiosa di mettersi alla prova: nasce così un sito Internet dedicato alla località che, presto, diventa il sito dell’intera comunità locale: «Si tratta di un lavoro collettivo e corale che ha coinvolto gli altri compaesani, dai vicini di casa agli amici fino agli ex residenti – continua – grazie al loro aiuto spontaneo, ho avuto tutte le informazioni necessarie per curare i contenuti in forma scritta».
Clizia ricorda ancora gli incontri nelle sere d’estate, sul piazzale sotto casa, dove la comunità si riuniva per scambiarsi aneddoti e testimonianze sul passato di Capanne, che, si racconta, debba il nome alle costruzioni che facevano parte di un lazzaretto realizzato a seguito della peste che colpì Quiliano nel 1600. «È ciò che sappiamo e che ci veniva insegnato a scuola – precisa Briano – pare che le persone impiegate nel lazzaretto si siano poi stabilite qui, creando, con le loro famiglie, il centro abitato, però rimando queste considerazioni agli storici che possono saperne di più».
NUOVA ENERGIA PER IL SITO WEB
Sul sito, la quotidianità scandita dai lavori agricoli, le attività domestiche e il ricordo dei personaggi, rimasti impressi nella memoria collettiva del luogo, sopravvivono: «Abbiamo parlato di proverbi, credenze, svolto ricerche sugli attrezzi e gli utensili utilizzati in passato – afferma – è stato uno scambio culturale con persone che non conoscevano Internet ma si sono fidate di me, contribuendo con la loro partecipazione».
Lo spazio virtuale rivolto a Capanne è curato e apprezzato, suscita anche l’interesse della Pro Loco di Cadibona e del Comune di Quiliano, riuscendo a mantenere in vita la borgata rurale di un tempo, nonostante lo scorrere degli anni e la scomparsa degli abitanti anziani.
«Una volta qui ci conoscevamo tutti, adesso non è più così», conclude Clizia, con un velo di nostalgia.
Un gesto d’amore a forma di sito Internet che, negli anni, l’ideatrice non ha potuto più seguire per motivi di salute e che la donna spera si possa aggiornare, in futuro, alle mutate caratteristiche del web.
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