Pia Petrolla realizza natività artigianali e colleziona fossili, passione per cui ha creato il Laboratorio dei fossili di Altare, realtà unica in Italia
MARCO OLIVERI
Collezionare fossili e costruire presepi artigianali di varie dimensioni e materiali come cortecce, pezzi di legno trovati sulla spiaggia, muschio e zucche. Si diverte così, Pia Petrolla, con passioni originali e un po’ insolite che, però, fanno stare bene.
Denominatori comuni di questi passatempi potrebbero essere la curiosità e lo spirito di osservazione: infatti, come la residente di Cadibona cerca nei luoghi più disparati gli elementi che comporranno le sue natività realizzate a mano, così lei sa anche scovare fossili in ambienti come discariche o, per puro caso, sulla spiaggia di Nizza, dove la donna, in occasione della sua prima visita ad una mostra di fossili, ha trovato una pietra con la conchiglia a punta con le spirali della turritella, oppure a Mioglia, dove Pia è riuscita nell’intento, non facile, di riconoscere un dente di squalo. Interesse che, col tempo, ha inoltre portato Petrolla a creare il laboratorio dei fossili di Altare, realtà unica in Italia, dall’attività decennale.
DAI MERCATINI DEL FAI DA TE E DELL’USATO A QUELLI DI NATALE
«Dai centrotavola con le pigne che io e una mia amica portavamo ai mercatini dell’usato e del fai da te, è nata l’idea di realizzare presepi creati a mano – racconta Pia Petrolla – da circa 8 anni frequento i mercatini di Natale, dove vendo molte Natività, ne ho create più di 200 e, ad oggi, me ne sono rimaste circa 25».
A divertire di più Pia è creare presepi di piccole dimensioni, poiché leggeri, frutto, comunque, di oltre un’ora di paziente e minuzioso lavoro. «Vado avanti fino a marzo, poi sospendo e, nei mesi successivi, mi dedico al giardinaggio – continua – qui, in campagna, tra le colline, è facile appassionarsi alla cura dei fiori».
DALLA PASSIONE DELLO ZIO AL LABORATORIO DEI FOSSILI DI ALTARE
In casa, Pia Petrolla conserva scatole con decine di migliaia di fossili. Una passione a cui la donna si è avvicinata grazie allo zio, impiegato nell’industria chimica a Ferrania e che, con il passare del tempo, ha approfondito, studiando da autodidatta. «Mio zio frequentava il dopolavoro mineralogico paleontologico e un giorno mi mostrò un dente di cane grande come un portamatite – spiega Pia – da lì, ho cominciato a seguire questo gruppo, partecipando a gite in tutta la Liguria e poi, 10 anni fa, ho creato un museo del fossile che è successivamente diventato il Laboratorio di Altare, realtà che ha organizzato mostre a Torino, Genova, Bra ed è spesso invitata alle mostre internazionali di minerali fossili, in quanto unico laboratorio di fossili presente in Italia».
L’interesse per i fossili ha visto Pia Petrolla anche nel ruolo di docente di un corso dedicato all’Università della Terza Età di Savona: «Mi fu proposto di raccontare come i fossili mi hanno appassionata e per 7 mesi tenni lezioni dal Bing Bang in avanti, divertendomi moltissimo – conclude – collezionare fossili non significa soltanto raccogliere e mettere via, ma anche imparare nuove cose».
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