L’imprenditore Luciano Carlino ripercorre le difficoltà per la chiusura del suo mobilificio e guarda alla riapertura con ottimismo
MARCO OLIVERI
Se in una comunità manca un negozio, non ne risentono soltanto l’occupazione e l’economia del luogo. È molto di più che viene a mancare: la storia e la fatica di un commerciante, il rapporto tra le persone, l’interazione con i clienti e l’ambiente vivo che questi meccanismi creano in una città. Non solo: un esercente diventa anche un presidio della comunità, un occhio sulla strada e la presenza del negozio, con le saracinesche alzate e la frequentazione dei cittadini, è perfino un ostacolo alla criminalità. Anche Quiliano, durante il periodo di chiusura di diverse attività commerciali, a causa dell’emergenza Covid-19, ha sperimentato più a fondo che cosa significa la mancanza di queste realtà.
Parte dal proprio settore, l’arredamento, l’imprenditore Luciano Carlino, per poi estendere all’intero mondo del commercio quilianese la riflessione su quanto contribuisca lo sviluppo di un’azienda alla crescita dell’intero territorio. Anche per questo, il mobiliere valleggino è sceso in campo, insieme ai colleghi Attilio e Mariangela Boero e Cristina Bonanomi del Centro dell’arredamento ligure, per evidenziare l’importanza del loro lavoro, che permette di rendere confortevole una casa ma, negli ultimi mesi, non è stato considerato né supportato dalla società, le rappresentanze o le istituzioni.
Una condizione che ha spinto le tre consolidate eccellenze quilianesi a proporre l’idea di fondare un’associazione di categoria dedicata ai mobilieri della Provincia di Savona, ad oggi assente.
«Il nostro è un negozio storico che si è valorizzato grazie alla crescita del territorio ma ha anche creato ricadute sullo sviluppo di Valleggia e Quiliano – dichiara Carlino, titolare di un’impresa famigliare condivisa con la sorella e due dipendenti, presente in via san Pietro a Valleggia dal 1958 – molti clienti che non conoscevano questi luoghi hanno cominciato a frequentarli dopo essere passati dal mio punto vendita».
Poi, il pericolo del Coronavirus che ha spento le insegne: «Le vetrine illuminate dei negozi nel centro di un paese sono una ricchezza, il fatto di non vederle da due mesi, a Quiliano, ha oggi un peso anche psicologico per i cittadini – aggiunge – per una realtà piccola e di famiglia come la nostra, i dipendenti sono come fratelli, nonostante le difficoltà imposte dell’emergenza, abbiamo mantenuto il loro posto di lavoro e le retribuzioni nel limite delle possibilità».
Sulla ripartenza, prevista, anche per i mobilifici, da lunedì prossimo, 18 maggio, Luciano Carlino sfodera il proprio ottimismo: «Secondo me, dal punto di vista commerciale, assisteremo ad un momento favorevole, perché le persone tendono a rifarsi tramite gli acquisti di un periodo in cui hanno dovuto reprimere i loro desideri – conclude – ci vorrà un po’ di tempo e dovremo abituarci a mantenere a lungo le precauzioni per la sicurezza, come l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale, però io sono ottimista per natura: del resto, non farei l’imprenditore se non credessi nel futuro!».
(2) continua…
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