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PROCESSO TP: TUTTI ASSOLTI

A 9 anni e mezzo dal sequestro dei due gruppi a carbone della centrale e a 4 anni e mezzo dall’inizio del procedimento ieri la sentenza in Tribunale a Savona LUCIANO PARODI 25 imputati assolti perché il fatto non sussiste. Ieri nell’aula magna del Tribunale di Savona è giunta dopo 4 anni e mezzo dall’inizio […]

A 9 anni e mezzo dal sequestro dei due gruppi a carbone della centrale e a 4 anni e mezzo dall’inizio del procedimento ieri la sentenza in Tribunale a Savona

LUCIANO PARODI

25 imputati assolti perché il fatto non sussiste. Ieri nell’aula magna del Tribunale di Savona è giunta dopo 4 anni e mezzo dall’inizio del procedimento, marzo 2019, letta dal giudice Francesco Giannone, la sentenza per il processo Tirreno Power per disastro ambientale e sanitario.

Si chiude così, almeno per il primo grado di giudizio, una vicenda che per anni ha fatto parlare di sè nei comuni di Vado e Quiliano dopo che il Gip Fiorenza Giorgi aveva disposto il sequestro dei due gruppi a carbone della centrale l’11 marzo del 2014.

5 anni dopo l’avvio del processo con l’ammissione come parti civili di 48 abitanti e del Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute, WWF, Medicina Democratica, Greenpeace, Legambiente, Uniti per la salute, Anpana, Codacons, Associazione Articolo 32, Adoc, Accademia Kronos e Associazione Cittadinanza Attiva.

Non sono mancate le diverse testimonianze, dei cittadini dei due comuni ma anche di Savona, di chi si è occupato delle indagini e dei vari consulenti-tecnici dell’accusa, della difesa e delle parti civili.

Il Pubblico Ministero Elisa Milocco si è concentrata sulla mancata copertura del carbonile e realizzazione del VL6, l’utilizzo dei due impianti a carbone, VL3 e VL4, fino al 2013, facendoli lavorare a ritmi molto alti, la collocazione dello Sme a camino e le BAT (migliori tecnologie disponibili).

Intorno alle 14.30 è giunta la lettura del dispositivo tra l’incredulità e lo stupore delle parti civili e del pubblico presente. Anche se dopo le motivazioni della sentenza che verranno pubblicate entro 90 giorni, non è da escludere che la Procura e le parti civili possano presentare ricorso in Appello.

“Da quanto appreso dalla lettura del dispositivo, il tribunale ha pronunciato una assoluzione con la cosiddetta ‘formula dubitativa’, ossia per insufficienza delle prove, immaginiamo sul presupposto che non sia stata sufficientemente raggiunta la prova dell’evento di disastro. Noi riteniamo, invece, che quella prova del disastro ambientale e sanitario sia stata raggiunta pienamente nel processo – hanno detto da Uniti per la Salute – Valuteremo comunque con il nostro legale le motivazioni che verranno depositate e, se ve ne saranno le condizioni, siamo determinati a proporre ricorso in appello, avvalendoci di quanto previsto dalle leggi in vigore, perché convinti della consistenza di quanto è emerso nell’impianto accusatorio in termini di disastro per l’ambiente e per la salute pubblica, confermato dalle conclusioni dello studio del CNR”.

“Questa sentenza decreta in maniera chiara e inequivocabile che la centrale non ha prodotto danni alla salute della popolazione e abbiamo operato sempre nei limiti di legge” ha puntualizzato Francesco Piscitelli, affari legali e societari di Tirreno Power.

Nel frattempo ieri nel pubblico è stato esposto uno striscione dai cittadini: “Giù le mani dal nostro mare. No No No Rigassificatore”. Un’altra battaglia che è destinata a non placarsi.

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