Un tempo per curare malattie, ferite, paure ci si affidava a un settore della medicina popolare chiamato “segnature”. Donne, generalmente guaritrici di stato sociale umile che con i loro riti antichi, formule, gesti hanno attraversato i secoli ma ancora sono presenti e operano nella nostra società.
SABRINA ROSSI
Si segnava tutto: dal malocchio, al fuoco di S.Antonio, ai “vermi” per i bambini, alla risipola. E se in alcune parti d’Europa era una pratica riservata agli strati popolari con “segnatori” del ceto più modesto, è utile ricordare che in certi momenti storici venne attribuita persino ai re la possibilità di guarire le persone ammalate essendo un tramite fra l’uomo e Dio.
Ne “I re taumaturghi” un saggio dello storico francese Marc Bloch pubblicato nel 1924 l’autore cerca di far chiarezza proprio su questa tradizione nata durante il Medioevo, quella dei re taumaturghi, che attribuiva poteri miracolosi (taumaturgici appunto) ai sovrani francesi, in particolare la capacità di guarire dalle scrofole mediante la semplice imposizione delle mani e l’ingiunzione: «Il re ti tocca, Dio ti guarisca».
Nel raccogliere le tradizioni di una volta, quindi, non potevamo non affrontare il problema delle cure popolari e in questo caso delle “segnature”, oggi affrontiamo la segnatura delle storte, un tipo di pratica però tratta da una storia vera accaduta molti anni fa. Ne esistono molte altre, questa è solo una prima puntata.
DAGLI ARCHIVI UNA NUOVA CONOSCENZA
Ancora oggi queste pratiche antiche sono oggetto di studi approfonditi da parte di storici, curiosi, appassionati ed è un fatto straordinario perché contribuisce ad arricchire sempre più il nostro bagaglio culturale, di tradizioni oltre a comprendere meglio da dove veniamo.
Grazie alle ricerche e agli studi appassionanti di Giuseppe Testa, storico del Finalese, saggista, curatore di testi specifici sul sistema viario e la storia dei boschi dei boschi, autore del recente “Le strade di ieri” e del celebrato “La strada Berretta: 1666 Una via per l’Imperatrice” raccontiamo per voi su Quilianonline uno dei casi contenuti nei documenti degli archivi storici dell’Inquisizione e che sono avvenuti nel territorio quilianese. Ma ne seguiranno altri.
DALL’INQUISIZIONE A UNA MULTA
Si tratta dell’inchiesta su Ambrogio Gariglio, abitante di Quiliano, risalente al 1561. Accusato di far uso di incantesimi per curare i malati, l’uomo venne interrogato sotto giuramento e confessò di far uso di una particolare pratica per coloro che prendono una storta con l’uso di queste parole:
“Messer Santo Paulo allo boscho
se ne andava, con la sua
manera, si ben
tagliava, si ben boscava
e lì niente gli manchava
quando è stato a mezo
la via ha misso lo
piede sopra a una pietra
e la pietra si è volta
e lo suo nervo se destorto
messer Dominedio se contrato
e gli dice: o Paulo va va
tornate in dietro, e
lavatelo d’ acqua e salatelo
de sale, e allo sole
levato lo tuo nervo sarà
aconciato et allo sole
stramonto sarà aconso”.
Il Vicario lo minacciò di scomunica, perché ciò era contro gli ordini da lui dati. Venne infine condannato al pagamento dei due scudi.
RITI SEGRETI E CONTAMINAZIONI RELIGIOSE
Un caso molto interessante quello di Ambrogio Gariglio, di cui è possibile leggere le parole della “segnatura” contro le storte. Secondo la tradizione le parole usate durante le guarigioni erano infatti segretissime, anche quando i segnatori le “passavano” alla persona scelta, generalmente la notte di Natale, venivano scritte su un foglio che veniva bruciato dopo averle imparate a memoria. A quell’epoca la gente difficilmente sapeva leggere e scrivere, per questo motivo erano sempre in rima, perché rendeva più semplice l’apprendimento mnemonico.
Dalle parole della “segnatura” si può notare un simbolo di religiosità: san Paolo. Spesso accade che questo tipo di pratiche abbiano come protagonisti i Santi o la Madonna o Gesù, poiché questo sarebbe il fatto “mitico” accaduto per la prima volta e dal quale la malattia ha avuto la sua origine. Recitando la filastrocca, si torna indietro nel tempo fino a raggiungere quello che potremmo definire il punto zero e da lì ogni cosa è possibile, persino alterare gli avvenimenti e portare la guarigione. Questa “segnatura” che abbiamo riportato ha oltre cinquecento anni e ci svela un segreto custodito per secoli.
TRANCE E SCIAMANI, ALLA RICERCA DELLE FAVOLE
Esiste una pratica simile anche nelle comunità siberiane in cui gli sciamani, per ritrovare l’armonia e l’unione con l’anima del mondo ed ottenere la guarigione, durante la trance si collegano ad un tempo mitico nel quale si ritrovano le favole delle origini che hanno portato in essere le cose per la prima volta. Queste favole, venendo narrate nuovamente, avrebbero il potere di cambiare le cose.
Ultimi articoli
PREMIAZIONE PER LA RITMICA
UNA STORIA DI INCLUSIONE
NIENTE DONNAIOLA, MA SITO MEGALITICO
UOMINI DI RESISTENZA
CON LAURA BRATTEL ALLA DONNAIOLA
RACCOLTA GIOCATTOLI
DANZA, VERSO GLI EUROPEI DI PRAGA
LE EMOZIONI DI GRANACCIA E ROSSI DI LIGURIA
LA MASTERCLASS DI GRANACCIA E ROSSI
U17, SCONFITTA A TESTA ALTA