Mario Di Murro è emigrato da Colle san Magno per vivere a Quiliano, dove ha incontrato la moglie Maria, sua conterranea
MARCO OLIVERI
Sono cresciuti a più di 600 chilometri di distanza da Quiliano, hanno vissuto la loro gioventù nello stesso piccolo paese senza conoscersi e, arrivati per strade diverse sul territorio quilianese, s’incontrano, si fidanzano e si sposano. È andata bene? Giudicate voi, sono da 55 anni marito e moglie!
I due fortunati si chiamano Mario Di Murro e Maria Marsella, quilianesi originari di Colle san Magno, località del Lazio sulle alture di Frosinone: «Non sapevo nemmeno che lei provenisse dal mio stesso paese, però la sua famiglia faceva parte della comunità di Colle san Magno che si era trasferita a Quiliano per cercare lavoro e che, ancora oggi, è radicata su questo territorio – racconta Mario – insieme, abbiamo avuto tre figli».
Una storia, quella di Mario Di Murro, comune a tante persone provenienti dalla Ciociaria che, oggi, sono cittadini quilianesi. Lui, però, può perfino dire di aver abitato nell’antica torre di Tiassano. Una sistemazione temporanea, in cui si è trovato con la sua famiglia, anche se per pochi mesi, a partire dal maggio del 1962, ma che fu l’unica abitazione che il padre Angelo riuscì a trovare quando i suoi parenti lo raggiunsero a Quiliano da Roccasecca, Comune vicino a Colle san Magno, dove i Di Murro si erano trasferiti pochi anni dopo la nascita di Mario, avvenuta l’8 settembre 1946.
«In quel periodo, a Vado Ligure e Savona il lavoro abbondava e non vi era grande disponibilità di case – ricorda – successivamente, trovammo diverse altre sistemazioni, sempre a Tiassano, grazie alla famiglia Rebella».
Fu proprio per cercare un lavoro stabile, infatti, che la famiglia di Mario era emigrata dal Lazio alla Liguria: il primo a partire, alla fine degli anni Quaranta, fu il nonno, seguìto, un decennio più tardi, dal padre; così, all’inizio degli anni Sessanta, era toccato anche a lui, all’epoca sedicenne e studente dell’istituto tecnico di Isola del Liri, in provincia di Frosinone, abbandonare i luoghi d’infanzia in cerca di un futuro migliore.
L’antica torre di Tiassano, il primo contatto del ragazzo con il territorio quilianese che, in seguito, sarebbe diventata per sempre la sua casa: «Allora a Colle san Magno e Roccasecca mancava il lavoro, laggiù mio padre Angelo poteva lavorare soltanto a giornate, per il Comune o come responsabile del collocamento per l’avvio al lavoro – continua Di Murro – a Savona, invece, papà trovò presto un impiego fisso grazie al geometra Ambrosiani, che lo assunse per farsi affiancare nella sua professione di impresario».
Completati gli studi all’Itis di Savona, Mario troverà poi sul territorio savonese un lavoro nelle Poste Italiane che manterrà per tutta la vita. Una professione che gli permetterà di viaggiare per tutta l’Italia e in Europa e che, nel 1986, gli varrà perfino l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro.
Residente per molti anni a Valleggia, ma attivo anche nella parrocchia di Zinola, Di Murro è oggi ormai completamente integrato nella realtà dell’immediato Ponente di Savona, anche se i ricordi di Colle san Magno restano, per lui, tanti e nitidi: «Oggi, grazie a Internet, mi collego ancora con i miei compagni di scuola di allora a Roccasecca e ultimamente ho rivisto anche il figlio del farmacista dell’epoca, un mio coetaneo – conclude Mario Di Murro – finora, non ho avuto occasione di invitarli a Quiliano, aspetto il riconoscimento della comunità originaria di Colle san Magno, da anni radicata qui, per poi avviare iniziative di questo genere».
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