Ogni notte, l’agricoltore quilianese Pietro Falco controlla che cinghiali e caprioli non invadano il suo albicoccheto in via Gagliardi
MARCO OLIVERI
In via Gagliardi, a Quiliano, a minacciare la salute degli albicocchi non sono solo parassiti come il fungo dell’armillaria, che, sviluppatosi anche grazie ai cambiamenti climatici, fa ammalare le piante, riducendone la vita e la produzione di frutti. Infatti, il coltivatore locale Pietro Falco è costretto, ogni notte, ad appostarsi in una cabina di guardia, da lui appositamente realizzata, per controllare che cinghiali e caprioli non visitino il suo campo, rovinando gli alberi da frutto.
«I cinghiali spezzano i rami degli albicocchi perché mangiano anche il legno – afferma – anche i caprioli compromettono le piante più giovani, mangiando la parte tenera del fogliame, in questo modo, il tronco non getta più nuovi rami e rimane nudo».
Così, l’agricoltore valleggino ha già dovuto tagliare rami carichi di belle albicocche a causa dei danni agli alberi causati dai cinghiali, animali abitudinari che si presentano puntuali tutte le notti, intorno alla mezzanotte: «L’altra sera ce n’erano cinque – continua Falco – ho installato reti elettrosaldate e recinzioni ma non sono bastate, poiché gli ungulati le hanno divelte, quindi adesso faccio la guardia fino alle 3 di notte per controllare gli accessi al campo dai quali transitano i cinghiali, se li vedo, ovviamente non li uccido, ma cerco di allontanarli producendo rumori, in modo da metterli in fuga».
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