Secondo il commerciante di Valleggia Adriano Ravera, con il lockdown, i clienti si sono riavvicinati di più alla sua attività rispetto alla grande distribuzione
MARCO OLIVERI
La tendenza dei clienti a preferire la dimensione più ristretta, tranquilla e rassicurante del negozio rispetto all’ambiente più caotico del supermercato o del centro commerciale, dove è più facile trovare code e assembramenti. Questa, l’impressione di Adriano Ravera, commerciante di Valleggia, riguardo al cambiamento nelle abitudini delle persone che l’emergenza Covid-19 ha comportato e che lui osserva, ogni giorno, quando alza la saracinesca del negozio di frutta e verdura in via Bellotto di cui, da quattro anni, è titolare: «Con il lockdown, la gente si è riavvicinata di più al mio negozio, condizione che è stata mantenuta anche al momento della ripresa – spiega l’esercente valleggino che, alle spalle, ha un quarto di secolo d’esperienza nel commercio di Savona – per il resto, il lavoro non è cambiato di molto rispetto a prima, è più lento e complicato per via degli ingressi contingentati, ma i clienti ormai si sono abituati e sia io che loro cerchiamo di viverlo nella maniera più serena possibile».
Purtroppo, rispetto ai mesi di quarantena, ad essere rimaste immutate sono la paura e la preoccupazione: «I timori sono sempre gli stessi, se le persone non si comportano correttamente e non rispettano le regole è probabile che si ripresentino nuovi focolai o qualche picco nei contagi, come già avviene in diverse parti d’Italia – continua – parlando con la gente che frequenta la mia attività, intuisco che il loro morale non è molto alto, oltre ad un certo fastidio per le limitazioni alla libertà apportate dalle varie disposizioni, comunque necessarie per la risoluzione di questi problemi».
Una fatica che si riscontra da entrambi le parti del bancone dell’esercizio commerciale valleggino: «Lavorare quotidianamente con la mascherina e i guanti è più pesante, soprattutto durante l’estate – racconta Ravera – lentamente ci si abitua, ma, alla sera, arrivo a casa con il mal di testa per aver respirato per tutto il giorno la mia stessa aria!».
In questo contesto, Adriano si sente tuttavia sostenuto dall’amministrazione comunale: «Il Comune di Quiliano si è comportato bene, ha inviato mail con le norme comportamentali e direi che tutto ciò che si doveva fare è stato fatto», conclude.
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