“Il giorno 12 agosto 1944, poco prima di mezzogiorno, i bombardieri anglo-americani giungono dal mare di Vado e proseguono la rotta verso Monte Burot; virano poi verso il Forte Teglia ed ancora verso Cadibona dove iniziano il bombardamento della vallata lungo la ferrovia, che forse era il principale obbiettivo, proseguendo in direzione Monte Ciuto, il cui forte era presidio italiano.
ESTER MANITTO
Due donne che in mattinata si erano recate al mulino di Altare si trovavano poco dopo mezzogiorno sulla via del ritorno, quando, poco prima della galleria, incontrano alcuni uomini che, visti gli aerei e sentito il fragore delle bombe, erano giunti al Rastello per vedere che cosa stesse succedendo. Questi raccontano loro quanto avevano visto: Cadibona avvolta in una nuvola di fumo e polvere.
Le due donne, che a Cadibona avevano lasciato i familiari, angosciate ma consapevoli che comunque avrebbero dovuto accertarsi delle loro condizioni, si avviano verso casa pronte al peggio, passando tra i soldati della Divisione San Marco che sparavano agli alberi lungo la strada e ridendo.
Fortunatamente trovano tutti salvi ed anche le notizie che giungevano dalle borgate erano confortanti: molta paura ma nessun morto, soltanto alcuni feriti in modo lieve. Solo verso le cinque del pomeriggio il fumo e la polvere dissolvendosi lasciavano intravedere la vallata: per fortuna anche i danni alle abitazioni, già modeste a causa della miseria della guerra, erano limitati a tanti vetri rotti e a qualche tetto scoperchiato a causa degli spostamenti d’aria provocati dalle esplosioni.
Quella mattina vennero contati oltre quaranta stormi di sette aerei ciascuno. Furono cinquantasei le bombe lanciate sulla vallata fino a Prato del Pero, mentre nell’area intorno a Monte Ciuto le bombe cadute sarebbero state alcune centinaia, causando sei morti e numerosi feriti tra i militari italiani e diversi danni agli armamenti ed alle strutture del forte.
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