Lavoro, società, cavalli, natura. E’ la vita di Roberto Amede, presidente della ASD Aequilian, una vita dedicata agli impegni e al sacrificio, ma anche a inseguire i propri sogni e le proprie passioni: prima il ballo, poi l’equitazione. Però la sella per Roberto Amede è un’emozione unica, una passione che è riuscito a portare avanti, grazie al suo staff e al supporto della sua famiglia, nonostante la pandemia e la conseguente riduzione delle attività. Un sogno che si è realizzato e destinato a crescere, con l’obiettivo di far conoscere a più persone il mondo equestre e il nostro territorio.
SABRINA ROSSI
Presidente, come è nata la passione per l’equitazione?
“E’ una passione che è sempre stata dentro la mia mente, adoro i cavalli, il trekking, stare in mezzo alla natura. La nostra è una Società seria e dinamica, siamo un ‘branco’ con una leadership e ruoli ben definiti. Una vera e propria famiglia che studia, impara, si impegna per dare il massimo. Oltre all’equitazione, faccio il meccanico da quando avevo 17 anni, ma non di auto: sono tornitore in una officina meccanica per una ditta che lavora per l’Ansaldo”.
Sicuramente un grande impegno. Come concilia la vita lavorativa con quella dell’associazione e quella personale?
“Con molti sacrifici. Dopo la vita lavorativa, tutto il mio tempo libero viene dedicato all’associazione, ai cavalli e alle attività. In questi mesi è abbastanza semplice, le giornate sono più corte. Per quanto riguarda l’attività, sempre rispettando le normative sanitarie, se si riesce ci si ritrova una volta in settimana altrimenti il sabato e la domenica. Nella stagione buona, invece, quando si organizzano le passeggiate coi cavalli vedo di organizzarmi, piuttosto prendo ferie dal lavoro. Fortunatamente ho un lavoro che mi permette di gestire un po’ di impegni. La mia famiglia ha la stessa mia passione per i cavalli, quindi non devo dividermi il tempo libero. Quando decidiamo di fare qualcosa di diverso, si programma di comune accordo, altrimenti si lavora per il bene dei cavalli e dell’associazione”.
Precedentemente ha seguito altri sport oltre l’equitazione?
“Sì, ho ballato a livello agonistico per circa dieci anni. Facevo danza sportiva, balli standard e latino americani. Nel 1989 ho vinto un campionato italiano, sono poi andato avanti a ballare ma ho deciso di interrompere. Gli anni passavano, all’epoca era più difficile fare il ballerino. E’ stata una bella esperienza di vita, ma la mia passione è sempre stata per i cavalli”.
Che cosa si prova a montare in sella?
“E’ un’emozione non facile da descrivere. E’ un misto di adrenalina, attività fisica e consapevolezza di essere sopra un essere vivente che si muove, pensa con la sua testa. Non è una bicicletta o un motorino, è del tutto diverso. Noi facciamo questa attività anche nella natura, quindi si va ad aggiungere un ulteriore piacere. Essere in sella dà libertà, consapevolezza, insegna il rispetto verso un altro essere vivente, ma anche il modo di comunicare con lui. La cosa straordinaria è che mi fa sentire libero e sereno”.
Emozioni che fanno piacere, specialmente di questi tempi. Come ha vissuto il lockdown?
“Lo ho vissuto come una segregazione come tutti, perché se si ha un minimo di coscienza si rispettano le regole. Purtroppo mi è capitato di vedere degli episodi poco rispettosi, quindi trovo fondamentale adeguarsi alle direttive. Tutto sommato lo ho vissuto bene, perché vivo in campagna, ho una casa indipendente, la mia passione sono i cavalli. Tolta l’attenzione che devo prestare quando sono al lavoro, il rispetto del distanziamento e le norme sanitarie, le attività sul campo con i cavalli le svolgo individualmente anche se ridotte. Rispettiamo anche qui tutti i protocolli Covid, le sanificazioni, le distanze, si arriva uno alla volta. Comunque sì, c’è un po’ di apprensione, di paura, ma a livello personale sono stato abbastanza bene. Certo, mi mancano i rapporti personali, non ho più visto gli amici. Ma quello direi che manca a tutti, non siamo fatti per vivere da soli. Non mi sento di lamentarmi, perché credo di averla vissuta meglio di tanti altri”.
Presidente, che cosa si aspetta dal futuro sia dal punto di vista personale, sia della Società?
“Spero nell’ambito equestre di riuscire a veder crescere ancora un po’ l’associazione, crescere quello che è il mio modo di andare a cavallo sul nostro territorio, farlo conoscere a tante altre persone. Le cose che io faccio in altre regioni e in altri comuni, anche qui in Liguria, sono già vissute da parecchio tempo; quindi mi piacerebbe continuare le attività qui, a Quiliano, vederle crescere, vedere crescere i ragazzi che sto preparando. Mi piacerebbe che mio figlio avesse questa passione, anche se è un po’ presto ancora da capire. Mi accontenterei di questo. Sarebbe veramente bello concludere in bellezza la mia carriera lavorativa e dedicarmi a tutte queste attività della Aequilian, vedere come organizzarsi e in che modo poter andare avanti. Bisogna essere ottimisti per poter realizzare i nostri sogni. Si può assolutamente fare”.
Ultimi articoli – Polisportiva
U15, UN ESORDIO VINCENTE
PREMIAZIONE PER LA RITMICA
U17, SCONFITTA A TESTA ALTA
TROPPO SAVONA POCO Q&V
VOLLEY, SODDISFAZIONI AL TORNEO U12
Q&V AFFRONTA IL SAVONA FBC
U17, VERSO UNA NUOVA SFIDA
RITMICA, È BOOM DI MEDAGLIE
BEL GIOCO E TRE PUNTI PER IL Q&V
QUILIANO VINCE IL DERBY CONTRO IL SABAZIA