LANUTELLA, UNA SPECIE CHE SI AFFACCIA SUL MARE
Apprezzata particolarmente in Spagna per le sue proprietà terapeutiche, ma in Italia per la cucina. La lanutella viene raccolta e mescolata ad altre verdure per comporre il nostro “prebuggiun”.
LAURA BRATTEL
NOMI COMUNI: lanutella, lanutella comune, andriala a foglie intere
NOME SCIENTIFICO: Andryala integrifolia
NOME DIALETTALE QUILIANESE: fainàssu
FAMIGLIA: Asteraceae
DESCRIZIONE DELLA SPECIE:
Pianta erbacea annuale con radici sottili e ramificate, la lanutella presenta una rosetta di foglie basali all’inizio della primavera, che con il trascorrere del tempo tendono a diventare fibrose e coriacee, per poi appassire e seccare.
Le foglie hanno forma ovato-lineare o spatolata e possono mostrare margine intero o leggermente dentellato; i denti, quando presenti, sono tuttavia appena accennati. Sia le foglie che il fusto sono di un verde sbiadito ed opaco, ed hanno superficie fortemente pubescente, cioè cosparsa di numerosissimi minuscoli peli di colore bianco-grigiastro.
Durante la primavera dalla rosetta basale si erge il fusto destinato a portare i capolini fioriti, ramoso e striato.
Le infiorescenze, di un giallo acceso, sono interamente formate da fiori ligulati (simili a petali).
I frutti sono acheni segnati da costolature, dotati di sottile pappo che porta alla sommità setole grigiastre, utili per il trasporto del seme tramite il vento.
HABITAT:
La lanutella è specie a diffusione strettamente mediterranea, per cui la troviamo sui Paesi costieri che si affacciano sul nostro mare, ma la sua presenza tende a diradarsi procedendo verso l’entroterra. In Italia essa è presente nel Sud, nel Centro e in Liguria, ma è assente dalle Regioni alpine settentrionali.
Tende a colonizzare terreni aridi, rocciosi ed anche sabbiosi, ma non disdegna di abitare prativi ed incolti, mostrando una spiccata preferenza verso terreni silicei, piuttosto che calcarei.
PROPRIETÀ OFFICINALI:
In Italia l’Andryala integrifolia non è rimedio terapeutico particolarmente apprezzato. Lo è maggiormente in Spagna, dove la pianta è assai comune ed abbondantemente diffusa sulle coste meridionali che si affacciano sul Mediterraneo. Qui il suo infuso viene impiegato per le sue proprietà astringenti, cicatrizzanti, analgesiche ed antisettiche.
CURIOSITA’ E NOTIZIE STORICHE
Il nome di genere Andryala ha etimologia controversa. Secondo Linneo il padre della moderna classificazione delle specie botaniche, esso deriverebbe dal greco e significherebbe “errore umano”, tuttavia egli non ne spiega il motivo.
Secondo gli studiosi moderni tale nome deriverebbe invece dai termini greci ἀνδρός (andrόs), che significa “uomo, maschio” e da ὕαλος (ýalos) “vetro, cristallo” in riferimento ai filamenti degli stami, la parte fertile maschile, che sembrano trasparenti tanto sono sottili.
Teofrasto, botanico greco vissuto tra il III e il II secolo a.C., nella sua opera enciclopedica cita una “Andryala”, ma dalla descrizione si comprende che in realtà si tratta della Chondrilla juncea, il lattugaccio comune. Infatti lo studioso riferisce la caratteristica del lattice che fuoriesce dallo stelo e del sapore amaro di questa verdura spontanea, aspetti tipici del lattugaccio, che però non riguardano la nostra specie.
Curioso, nella lanutella, è il sistema di diffusione del seme cui si affida la pianta. Come detto sopra, il frutto è dotato di pappo con setole, per cui esso viene inizialmente affidato al vento (diffusione anemocora); successivamente, quando esso ricade a terra, viene raccolto e trasportato dalle formiche nelle loro tane, dove in parte viene utilizzato come cibo, in parte germoglia, dando vita a nuovi individui (diffusione mirmecora, cioè ad opera delle formiche).
UTILIZZI IN CUCINA:
La lanutella è specie raccolta per essere mescolata alle altre verdure spontanee che compongono il nostro “prebuggiùn” ligure, e viene gustata essenzialmente cotta, lessata brevemente in acqua.
Il sapore è delicato, virante al dolce, leggermente acidulo.
Sebbene alcuni autori ne consiglino l’utilizzo a crudo nei misti di insalate, forse questo impiego non è molto consigliabile. A causa della pubescenza delle foglie (la fitta e fine peluria che le ricopre interamente), la lanutella a crudo può risultare poco gradevole.
LA RICETTA:
Polpettone di verdure con “prebuggiùn”
(Ricetta di famiglia)
Durante l’estate, da bambina, andavo spesso per i campi con mia nonna: nei mesi di giugno e luglio c’era il fieno da tagliare, e per me era una festa seguirla nei suoi spostamenti attraverso i sentieri tra le fasce, osservarla afferrare con forza manciate d’erba e reciderle con un taglio energico e deciso. Durante quei pomeriggi lei mi insegnava a distinguere le varie essenze vegetali che costellavano con i loro colori e le loro forme i terreni prativi ed i pendii. A volte sostavamo all’ombra di un albero d’ulivo, sull’erba tagliata di fresco che emanava tutti i suoi aromi e la sua fragranza, e mi incantavo ad ascoltare le sue storie meravigliose, che parlavano di una sorta di Giardino Perduto dell’Eden, dove tutto, nel mondo incredibile della Natura, era Perfezione ed Armonia.
Tra tutte le erbe, però, ce n’era una che lei proprio non gradiva, e inveiva sempre contro questa specie quando la incontrava, ed era la lanutella. La fitta peluria che ricopre fusti e foglie di questa pianta la faceva starnutire, e quando iniziava sembrava non riuscire a smettere più.
Mi aveva quindi suggerito di raccoglierla durante la primavera, quando la pianticella si fosse presentata tenera e senza stelo floreale, raccomandando di metterne poca nel mio “prebuggiùn”, proprio a causa di questa pubescenza, ma di tenermene decisamente alla larga durante l’estate, quando l’intera pianta fiorita era talmente ricoperta di fitti, sottili, soffici peluzzi da risultare soltanto fastidiosa.
Tuttavia, anche la lanutella rientrava nelle ricette di famiglia, mescolata alle altre erbe da lei più gradite, ed il sapore ne guadagnava certamente.
Ingredienti:
– “prebuggiùn” (misto di erbe selvatiche commestibili, tra cui anche lanutella)
– patate
– carota, cipolla, zucchini o altra verdura di stagione a disposizione
– uova
– formaggio parmigiano o grana grattugiato
– noce moscata, pepe
– pangrattato
– olio extra vergine di oliva taggiasca, sale
Procedimento:
Raccogliere, pulire, risciacquare più volte le erbe selvatiche e farle lessare pochi minuti in acqua bollente precedentemente salata.
Far lessare anche le patate (possibilmente con la buccia, per conservarne intatti tutti i principi nutritivi; la buccia andrà tolta una volta cotte) e, separatamente, le altre verdure di stagione che si hanno a disposizione.
Tritare o frullare le verdure lessate, far passare rapidamente in padella con aglio e olio le erbe del “prebuggiùn” e tritarle finemente.
Porre tutte le verdure in una grande ciotola ed aggiungervi uova (la quantità varia a seconda del numero di commensali), una presa di sale, un’abbondante manciata di formaggio parmigiano o grana grattugiato, pepe e noce moscata. Mescolare ed amalgamare per bene.
Ungere con olio extra vergine d’oliva taggiasca una teglia e versarvi il composto. Spolverare la superficie con pangrattato e livellare con i rebbi di una forchetta. Infornare a 180° per circa 30-40 minuti, fino a che non si sarà formata una crosticina dorata in superficie.
Servire tiepido o freddo.
Il polpettone è una pietanza sempre gradita a grandi e piccini e permette ai più piccoli di nutrirsi in modo sano e completo, accettando anche le verdure!
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