Graziano Giusto: “La Granaccia? Una passione”. Ma il sogno resta in “buzzetto”
SABRINA ROSSI
Arriva per tutti, prima o poi, un momento nella vita in cui bisogna fare delle scelte. A volte si prendono quasi per obbligo, in assenza di alternative, altre volte invece per seguire un sogno. Un sogno che può portare a percorrere strade lunghe, in salita e con non pochi ostacoli, ma a cui non ci si lascia spaventare e si va avanti grazie a importanti valori. La tenacia, la passione, la fede, la speranza che un giorno tutto ciò che desideriamo si possa realizzare.
La Granaccia di Dionisia Turco rappresenta quel sogno per Graziano Giusto, importante viticoltore quilianese che ogni giorno dà anima e corpo per realizzare vino di ottima qualità.
Dopo Giuseppe Parenti e Lorenzo Turco, anche Graziano, per Dionisia Turco, decide di raccontarsi e ci illustra il suo percorso, le sue esperienze, la sua vita.
Impiegato comunale, conosce Dionisia Turco, titolare dell’azienda agricola, la cui famiglia produce vino dagli anni Quaranta. Dopo il loro matrimonio e dagli anni Settanta, inizia ad occuparsi del vino e della cantina nel tempo libero e in compatibilità con il proprio orario di lavoro, avendo come brillante maestro il padre di Massimo Becco. Durante il periodo di vendemmia, usufruisce dei propri giorni di ferie per aiutare sua moglie nella produzione.
Lei curiosamente astemia si occupa della cura delle vigne con passione, lui invece si impegna nella cantina e ne assapora il prodotto finale.
“E’ un vino eccezionale – dichiara Giusto – è stato importato a fine Ottocento quando c’erano scambi con la Spagna. Hanno portato qui il vitigno e i Turco sono stati i primi ad impiantare la Granaccia”.
Dopo gli anni Novanta rileva un vigneto composto da dodici terrazzamenti (come le Cinque Terre) e che, in quanto i mezzi non possono accedervi, richiede un lavoro esclusivamente manuale e molto faticoso. Come un tempo.
Nel 2018 sono state prodotte 400 bottiglie di Granaccia, l’anno scorso solamente 100 a causa del maltempo che ha severamente colpito il nostro territorio. Ma l’ottima qualità è stata garantita dai più esperti.
Una piccola produzione di passione per l’azienda ma che, nonostante gli sforzi e i sacrifici quotidiani, non ha mai abbandonato il sogno di Graziano.
Non nasconde però il suo vero grande amore, unico e inimitabile, di cui è rimasto l’unico produttore: il Buzzetto, un vino bianco secco della zona di Quiliano. Una produzione di gran pregio già in antichità, ai tempi dei marchesi Del Carretto che accettavano dai contadini il pagamento delle tasse attraverso una certa quantità di questo vino.
Quando Graziano Giusto racconta del suo Buzzetto e del tempo a cui dedica, emerge la passione, l’impegno, il sacrificio ma anche la nostalgia. E’ un invito ai giovani a portare avanti questo suo duro ma appagante lavoro essendo l’ultimo produttore di questa specialità.
Una speranza che rimane accesa nel tempo, un insegnamento a lottare, a credere nei propri obiettivi e a non arrendersi mai.
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