A Quiliano, il coraggio di puntare sui giovani e su chi il calcio lo ha vissuto c’è stato.
MICHAEL TRAMAN
Riccardo Armellino, nuovo direttore generale bianco-rosso-viola, è la traduzione concreta dell’idea di calcio del presidente Giorgio Landucci. Spesso, infatti, si sente dire giustamente che le società dovrebbero essere guidate da chi conosce davvero il calcio dilettantistico. Tuttavia, non è così raro nella pratica vedere in posizioni apicali dirigenti che hanno assunto cariche importanti per qualche motivo legato a sponsor o a questioni che poco hanno a che fare col rettangolo verde.
TANTI ANNI LÌ NEL MEZZO
Puntare su Armellino ha significato dunque scommettere su chi non può che avere a cuore le sorti della società in cui è cresciuto. Centrocampista di interdizione, ha svolto tutta la trafila delle giovanili del Quiliano. Poi, varie avventure nelle prime squadre di società della provincia. Ha vestito i colori di Veloce, Legino, Priamar e Altarese.
Con il Quiliano, ha partecipato ai campionati di Prima Categoria, Promozione ed Eccellenza. Il ricordo a cui è più legato? Sicuramente alla storica promozione in Eccellenza ottenuta vincendo i play off al termine della memorabile stagione 2011/2012.
DAL CAMPO ALLA SCRIVANIA
Da qualche giorno, però, si è aperto un nuovo capitolo. Un ruolo importante ma con molte responsabilità. Certo, il rettangolo verde mancherà, come egli stesso ammette. Ma prevale il desiderio di vincere una sfida allettante e nuova. Armellino racconta: “La proposta mi è stata fatta dall’attuale ds Marotta a marzo, anche se in realtà me ne aveva già parlato in occasione dell’ultima cena di Natale. Ho accettato subito in quanto per motivi di lavoro e soprattutto familiari mi sono accorto che continuare a giocare seguendo il ritmo degli allenamenti e delle partite la domenica mi sarebbe risultato difficoltoso. Per questo, mi faceva piacere non abbandonare completamente questo sport e soprattutto il Quiliano&Valleggia, realtà dove sono cresciuto”.
LA RESPONSABILITÀ: UNO STIMOLO
La speranza di tutti è che questo maledetto virus scompaia e che la vita possa tornare quella di prima. Il calcio dilettantistico vive un momento di stallo in attesa di capire tempistiche e modalità del rientro in campo. In ogni caso, le idee del nuovo direttore generale sono chiare e vi è una certezza: consapevolezza delle responsabilità ma nessun timore. “La grande responsabilità non mi spaventa, anzi mi stimola – racconta Armellino – con il ds Marotta, pur avendo giocato poco insieme sul campo, ci siamo accorti di condividere le stesse idee su come si deve fare calcio a questi livelli. Ovviamente, con tutte le difficoltà del caso e del periodo storico sicuramente eccezionale”.
IDEE CHIARE DA PORTARE AVANTI
“Come obiettivi – prosegue Armellino – se dovessi fare una classifica, direi che al primo posto metto la ristrutturazione del settore giovanile per avvicinare il più possibile i giovani del posto e dei comuni limitrofi a questa società. E, soprattutto, a questo sport verso il quale negli ultimi tempi i giovani nutrono un po’ meno interesse. Il desiderio principale è creare nuovi giocatori che un domani arrivino a indossare la maglia della Prima Squadra. Poi, vorrei contribuire a strutturare una società che abbia basi solide per il futuro e che sia in grado di affrontare le varie avversità che vi sono in questo ambiente ormai da troppo tempo e che nel panorama calcistico stanno portando ad alzare bandiera bianca tante società anche storiche”.
UNO SGUARDO AL PASSATO
Come noto, il Quiliano&Valleggia nasce nel 2017 dalla fusione tra il Quiliano e il Valleggia. Una realtà le cui radici provengono dunque da due esperienze diverse. “La realtà del Q&V – conclude Armellino – è fatta di persone genuine e che hanno voglia di mettersi in gioco in un momento storico particolare e incerto. Ci sono figure dirigenziali storiche, che aiutano con la loro esperienza, e figure nuove come quelle del ds Marotta e del sottoscritto, che si affacciano a un nuovo ruolo. Ritengo che questo sia un connubio che può portare a ottimi risultati. Tra il Q&V e il vecchio Quiliano Calcio non penso si possa fare un paragone concreto. Erano periodi diversi e in questo sport era più facile reperire risorse per fare bene. Dicendo questo, non voglio assolutamente togliere i giusti meriti a chi si è dato da fare a livello dirigenziale a quei tempi”.
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