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FERRARO, IL COVID COME LEZIONE

Il 2021 calcistico è ancora fermo al palo e il Quiliano & Valleggia, reduce da una larga vittoria a Mallare e forte del secondo posto nel girone A2 di Prima Categoria, non è stato finora impegnato in gare ufficiali, per lo stop forzato ai campionati dilettantistici. FABIO MARSIGLIA Ostaggi del Covid i giocatori del Q&V […]

Il 2021 calcistico è ancora fermo al palo e il Quiliano & Valleggia, reduce da una larga vittoria a Mallare e forte del secondo posto nel girone A2 di Prima Categoria, non è stato finora impegnato in gare ufficiali, per lo stop forzato ai campionati dilettantistici.

FABIO MARSIGLIA

Ostaggi del Covid i giocatori del Q&V non si arrendono e continuano gli allenamenti. Lavoro specifico, impegno, coesione, massima attenzione sanitaria.

Per mantenere alta la guardia Chicco Ferraro, il mister che da 4 anni è al timone dei biancorossi, si appella alla propria esperienza di tecnico, ma anche al mondo del volontariato che lo impegna ogni settimana

Chicco Ferraro da 4 anni alla guida dei biancorossi

Mister, qual è la condizione della squadra, sul piano fisico e mentale?

“Sul piano fisico sicuramente bene. Continuiamo ad allenarci seguendo le disposizioni anti-Covid (lavoro prevalentemente con il pallone, tenendo le distanze) 2 o 3 volte a settimana; la mancanza dell’impegno domenicale dà un input a lavorare più intensamente durante gli allenamenti. Purtroppo non dispongo della rosa al completo, poiché alcuni ragazzi stanno dando priorità ad impegni lavorativi o di studio, e senza un obiettivo caricarli è più difficile, ma il gruppo ad oggi conta fra i 15 e i 20 giocatori. In più, lo staff tecnico e la dirigenza sono sempre presenti: nel complesso, la risposta è positiva.”

Come si fa, in questa situazione, a tenere alta la motivazione del gruppo (soprattutto dei più giovani)?

“Io come allenatore e il Q&V come società dobbiamo ritenerci fortunati, poiché abbiamo un buon nucleo di giovani in squadra che non fa mai mancare la propria presenza e si reca al campo con voglia e motivati. Da parte mia, mi trovo a mio agio con i ragazzi e ho sempre cercato di farli giocare; ed essendo giunto al mio quarto anno alla conduzione della squadra, ormai lo hanno capito: se un giocatore merita e sa affrontare le partite, giocherà.”

Quanto si sente la mancanza dell’“elemento spogliatoio” all’interno dell’ambiente?

“Io, personalmente, reputo lo spogliatoio come luogo in cui cambiarsi e farsi la doccia. Se intendiamo lo “spogliatoio” come gruppo, allora c’è ed è coeso: prima e durante l’allenamento non mancano certo i momenti di giovialità, in cui si parla o si scambiano battute con i ragazzi. Ovviamente le regole sono limitanti per quanto riguarda la comodità: ad esempio, non tutti i giocatori sono di Quiliano e devono per forza di cose farsi la doccia a casa”.

Giocatori e mister uniti in un momento di entusiasmo

È possibile costruire ed affinare un metodo di gioco senza avere test frequenti contro un’altra formazione?

“Devo sottolineare il fatto che siamo dilettanti, ma l’impegno è sicuramente professionale. È ovvio che ogni partita è una storia a sé, e chi va in campo scrive quella storia. Sono dell’idea che il compito più difficile dell’allenatore sia proprio la scelta di chi far scendere in campo, e, nel momento in cui si gioca bene, ci si congratula con i ragazzi, altrimenti la colpa è dell’allenatore. Dunque la partita è fondamentale, sia per chi ci viene a vedere, sia, soprattutto, per il giocatore: infatti, se si rende protagonista di una buona prestazione, aumenta la sua fiducia e si carica in vista dei prossimi impegni. Al momento ci manca questo: la competizione, ma la squadra sarebbe pronta a giocare con chiunque: alla fine, bisogna pur ricordarsi che lo facciamo per passione.”

Lei ha un’esperienza importante nel volontariato: in che cosa consiste e che valori le trasmette? Sono valori che applica anche con i suoi ragazzi?

“Sono un milite della Croce Bianca di Noli da più di un anno, di norma svolgo due turni di notte alla settimana. È un mondo che ho scoperto grazie ad una cara amica amministratrice. Aiutare le persone è una cosa che trovo utile e mi appaga, anche se ovviamente non ci sono urgenze molto frequenti come in una grande città. Ho partecipato anche ad eventi organizzati per la comunità quilianese, come feste e momenti di aggregazione, che coinvolgono varie generazioni di cittadini. Sono molto legato a questo ambiente: lo testimonia il fatto che io venga salutato come “Chicco” o “Mister” per la strada. Per quanto riguarda l’insegnamento, mi aiuta la mia lunga esperienza come allenatore di bambini e ragazzini, che ha sicuramente come obiettivo primario il divertimento: i risultati vengono di conseguenza.”

 

 

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