Sabato sera si è conclusa la seconda edizione del contest per artisti emergenti con il trionfo della cantautrice Altrove. Premiati anche i giovani Minimal e Margò
ANDREA OLIVERI
Si definisce cantautrice afro-indie e sabato sera ha convinto la giuria di esperti musicali chiamati a valutare i sei artisti arrivati in finale alla seconda edizione del Musaq- Music & Street Quiliano Contest: si chiama Altrove, nome d’arte dietro il quale si cela Ashai Lombardo Arop, cantautrice, danzatrice e attrice, romana d’adozione ma genovese di nascita.
Sul palco allestito nell’area di San Pietro in Carpignano, Altrove ha portato avanti un’esibizione coraggiosa, tesa ma coinvolgente al tempo stesso, accompagnata da Riccardo Bisesti alla chitarra e dal fido Olmo Manzano Anorve alla batteria. E ha, di fatto, sbaragliato la concorrenza: “E’ la prima volta che porto il mio progetto qui nella mia terra – ha commentato emozionata – già questa è stata per me una grande gioia; vincere è stata quindi una tripla, quadrupla gioia”.
La cantautrice ha spiegato il senso del suo progetto direttamente sul palco: “Ho scelto di chiamarmi Altrove perché il mio nome era troppo complicato da pronunciare – ha esordito – il fatto di non aver avuto un’appartenenza, negatami un po’ per il mio aspetto e un po’ per la mia storia, mi ha portato a voler creare questo luogo di non appartenenza”. Altrove, appunto: “E’ un luogo accessibile a chiunque, più dell’anima che fisico, è un luogo meraviglioso che si può creare ovunque, senza confini e senza muri di cinta, dove regna incontrastata la creatività”.
Altrove approda al Musaq di Quiliano fresca di pubblicazione del suo primo album, “Tossica Animica”, uscito a gennaio ma già oggetto di preziose critiche e riconoscimenti, selezionato e proposto da Metromusic e premiato al concorso Doremifasud al C.I.Q. di Milano.
Ma ciò non costituisce un esordio vero e proprio, perché di strada negli anni Ashai ne ha già fatta tanta: ha studiato canto gospel e pop al Morley College di Londra – entrando a far parte del Morley College Gospel Choir – e al Saint Louis College of Music, si è laureata in Discipline Teatrali a Bologna e, una volta trasferitasi a Roma, ha iniziato a lavorare attivamente nei mondi del teatro, della danza etnica-contemporanea e del cinema, stringendo collaborazioni con Ettore Scola, Michele Placido, Fabrizio Bentivoglio, Massimo Ranieri, Lello Arena, Veronica Pivetti, Eleonora Abbagnato e l’Orchestra di Piazza Vittorio. Non solo, ha studiato – e continua a studiare – con Gabriella Aiello, una delle maggiori esperte in musica popolare e collaboratrice di Giovanna Marini.
“Suonare a Quiliano è stato come andare sulle montagne russe – ha concluso emozionata – si è creata una bella sinergia con due amici, uno di vecchia data (il batterista Anorve) e uno che ho conosciuto da poco (il chitarrista Bisesti); la stessa che provavo da adolescente quando ho iniziato a muovere i primi passi, quello stare lì solo ed esclusivamente per la gioia di fare musica insieme agli amici”. Il premio Musaq 2023 arriva quindi come coronamento di un percorso: “Mi sono ricordata perché ho iniziato, portare avanti progetti di cantautorato è molto difficile ma manifestazioni come questa sono una boccata d’ossigeno, importanti e fondamentali. Siete degli eroi”.
Durante la serata finale, condotta da Nyva Zarbano di Rocker TV, sono stati assegnati anche il Premio della Critica Musaq – Città di Quiliano e quello “On Air”, ovvero la promozione di un singolo inedito (passaggi radio e diffusione a cura de L’Altoparlante Promoradio Ufficiostampamusicale) rispettivamente al ventiseienne Minimal, all’anagrafe Giulio Rossi, che ha proposto la sua personale ricerca sonora e autorale, dove vecchio e nuovo si incontrano per creare un nuovo sound popolare e caratteristico e la dolce Margò, al secolo Margherita Silvestrini, cantautrice romana che, accompagnandosi alla tastiera, ha dato vita ad un set di brani dalle sonorità rarefatte e sognanti che confluiranno nel disco d’esordio di prossima uscita, prodotto insieme a Brian Riente e Matteo Gabbianelli dei kuTso.
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