Il primo giorno di scuola a Quiliano nonostante l’emergenza Covid-19, tra nuove regole, l’entusiasmo dei bambini, l’apprensione e le speranze dei genitori
MARCO OLIVERI
Grembiuli, zainetti, mascherine e distanziamenti. È insolito per tutti, il primo giorno di scuola a Quiliano, nell’anno scolastico contrassegnato dall’emergenza Covid-19. Per il personale scolastico, che stamattina ha coordinato il rientro degli alunni in classe dopo il lockdown, tra ingressi e uscite contingentati e orari scaglionati; per i genitori di bambini e ragazzi, che hanno dovuto compilare le autocertificazioni; per i principali protagonisti della giornata, i piccoli ospiti delle elementari e gli studenti più grandi delle medie.
Un giorno speciale, importante, ricco di emozioni e da ricordare per sempre, soprattutto per chi sperimenta per la prima volta la quotidianità scolastica e che, quest’anno, per forza di cose, al di là della novità, porterà con sé anche l’impressione di qualche regola in più da rispettare e l’apprensione, almeno iniziale, dei genitori.
Alla scuola primaria “Don Peluffo” di via delle scuole a Quiliano, il suono della prima campanella avviene in luoghi e tempi diversi, a seconda dei vari punti di raccolta allestiti per le famiglie intorno all’edificio scolastico: davanti al cortile esterno, lato via Matteotti, per le classi prime e negli spazi dell’area giochi attigua alla scuola, sul lato di via Roma, per le altre.
I “primini” vengono accolti dal personale scolastico, opportunamente dotato di maschere protettive con tanto di visiera e dispenser di gel igienizzante, per essere poi disposti, insieme ai genitori, all’interno di cerchi colorati distanziati con cui è stato delimitato il pavimento del cortile. Dopo il classico appello, con cui le maestre hanno rotto il ghiaccio e rassicurato alunni e parenti, il fatidico ingresso a scuola, in file ordinate, dopo aver salutato un’ultima volta mamma e papà, i quali, non potendo accedere all’interno dell’edificio, hanno immortalato il momento con i telefonini.
Circostanze che non hanno scalfito l’entusiasmo dei bambini, i quali hanno avvertito l’avvenimento come un gioco, anche se, fuori dalla scuola, i genitori non nascondono una certa preoccupazione, mitigata dalla fiducia nei confronti della dirigenza dell’Istituto e dall’amministrazione comunale, per aver garantito la ripresa in sicurezza dell’attività didattica in presenza, con lavori di adeguamento all’interno dei plessi, la riorganizzazione del trasporto pubblico scolastico e il mantenimento del servizio pedibus a Valleggia.
«È l’inizio di un’avventura che sarà diversa da come l’ho affrontata io – commenta Mario Bugna, papà di Emma, originario di Montagna, tra i genitori degli alunni della prima classe che si trattengono davanti all’istituto per salutarsi, scambiarsi impressioni e speranze – mi tranquillizza il fatto che la mia bimba, non avendo conosciuto prima l’ambiente scolastico, vivrà la scuola per come gliela mostreranno oggi, con le regole attuali e qualche libertà in meno, anche se, nei giorni scorsi, l’ho preparata a questo momento spiegandole la situazione odierna nella maniera più serena possibile».
Non manca, tuttavia, un po’ di rammarico: «Mi è dispiaciuto molto non poter accompagnare personalmente Emma in classe e aver dovuto rinunciare alle foto di rito, ma, per motivi di sicurezza, è meglio così, per tutti – conclude – sono un po’ preoccupato per questo anno scolastico così particolare, organizzato, comunque, in modo minuzioso, spero possa filare tutto liscio».
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