La folk band piemontese degli Yo Yo Mundi ha trovato in Quiliano una “piazza” ideale per il suo spettacolo sulla Resistenza
MARCO OLIVERI
Se, con il “sold out” a san Pietro in Carpignano dello scorso 5 settembre, il variegato pubblico, proveniente da Quiliano e dintorni, ha dimostrato ampiamente di apprezzare gli Yo Yo Mundi e le loro “Canzoni Resistenti”, anche la folk band piemontese è rimasta piacevolmente colpita dall’ambiente quilianese.
«Già quando siamo arrivati per le prove, aver scoperto, a pochi metri di distanza dal luogo del concerto, una lapide con le stesse parole di Piero Calamandrei che la nostra attrice Daniela Tusa avrebbe letto durante lo spettacolo, è stato davvero toccante – racconta il leader Paolo Enrico Archetti Maestri, voce, chitarra e autore dei brani degli Yo Yo Mundi – abbiamo capito fin da subito di essere nel posto giusto con le persone giuste».
Valori condivisi, quelli legati alla Resistenza sul territorio di Quiliano, da un sentimento ancora vivo che si può osservare nei numerosi omaggi ai martiri della libertà presenti in giro per la città, dalle vie ai monumenti. «Tra il pubblico sul prato di san Pietro in Carpignano e noi sul palco si è creato un flusso che ci ha uniti tutti – continua – siamo stati molto bene, per noi, in questo periodo contrassegnato dalla pandemia, l’idea di tornare a suonare in un posto come questo, dove si avvertono vibrazioni positive e incontrare tante persone che hanno voglia di superare le difficoltà per guardare oltre, è molto importante».
Tra le 250 e le 300 repliche in 16 anni, un cd e un dvd, i numeri e le forme dello spettacolo di canzoni e letture dedicate alla lotta partigiana che ha concluso, in versione rinnovata, la rassegna di eventi “Quiliano Città Viva” e ha messo insieme sul palco gli Yo Yo Mundi e i fratelli Marino e Sandro Severini, anime dei Gang. Un gruppo a cui si sono poi uniti, per la serata quilianese, Adelmo Cervi, discendente della famiglia emiliana vittima della ferocia fascista nel 1943 e Gianluca Spirito, chitarrista dei Modena City Ramblers.
«Anche se abbiamo nomi e provenienze diversi, penso a Marino e a Sandro come fratelli – conclude Archetti Maestri – lo spettacolo è nato nel 2005 per ricordare i 13 giovani partigiani che a Casale Monferrato formarono la Banda “Tom” e ruota proprio intorno alla canzone “Tredici” che scrivemmo quando il Comune ci chiese di raccontare in modo diverso la loro storia che rischiava di perdersi nel tempo. Su questo brano abbiamo poi costruito l’intero spettacolo che, negli anni, ha coinvolto, oltre ai fratelli Severini, anche il chitarrista Paolo Bonfanti e gli attori Giuseppe Cederna e Fabrizio Pagella, al punto che alla prima ci siamo accorti di essere proprio in 13 sul palco!».
Tredici, come i ribelli della Banda “Tom”.
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